Cappella Giustiniani Bandini
Alessandro Morani
Cappella Giustiniani Bandini (Alessandro Morani)
Commissionata da Sigismondo Giustiniani Bandini (Abbadia di Fiastra 1818-Roma 1908), esponente di spicco della nobile famiglia genovese. Fu volontario del battaglione maceratese in sostegno dell’insurrezione veneta contro l’Austria nel 1848. Uomo ricco e potente, in stretti rapporti con l’aristocrazia inglese, Sigismondo promosse l’Unione Romana per le elezioni amministrative, appoggiando i cattolici moderati. Più volte consigliere comunale e provinciale, ricoprì incarichi di rilievo nel mondo economico-finanziario: dal 1836 direttore della Cassa di Risparmio, fu tra i fondatori del Banco di Roma. Presidente della Società Acqua Marcia, acquisì numerosi palazzi storici romani tra cui palazzo Altieri, palazzo Mignanelli e soprattutto palazzo Vidoni Caffarelli a Corso Vittorio Emanuele II, divenuta residenza di famiglia. I debiti di gioco del primogenito costrinsero il principe alla vendita di gran parte del patrimonio accumulato, compreso il palazzo di famiglia nel 1903.
Il poliedrico artista Alessandro Morani (Roma 1859-1941) ebbe una formazione culturale fuori della norma. Formatosi alla bottega dello scultore Giovan Battista Lombardi, dal 1877 seguì i corsi dell’Accademia di Belle Arti e si inserì in un circolo di artisti che, oltre a studiare dal vero la natura, si rivolgevano alle istanze preraffaellite, incentrate sul recupero dell’arte del Quattrocento. Questo indirizzo, promosso a Roma dal pittore Nino Costa, confluì nella società In arte libertas, fondata da Morani e Ricci nel 1886, che, con numerose esposizioni, intendeva aprire il chiuso ambiente romano alle tendenze artistiche internazionali e antiaccademiche.
Proprio in quegli anni si delinearono i due principali filoni dell’attività di Morani: quello legato alla pittura di paesaggio dal vero e quello impegnato nella decorazione architettonica. Grazie al suo specifico interesse per l’arte applicata all’architettura, ottenne nel 1894 la cattedra di Composizione decorativa pittorica al Museo artistico industriale. Questa scuola, istituita nel 1874 dal Comune di Roma con l’intento di formare una generazione di artigiani legata alla produzione artistica del paese, si aprì in quegli anni a istanze più vicine al modernismo.
All’insegnamento Morani affiancò l’attività di decoratore, valendosi della collaborazione dell’allievo Adolfo De Carolis, con il quale eseguì a Roma le parti decorative di villa Blanc (1895-1897) e del villino Manzi (1900).
Nell’ambito del recupero della cultura figurativa del primo Rinascimento si collocano inoltre i suoi interventi di restauro. Si ricorda, in particolare, quello eseguito, tra il 1895 e il 1897, su incarico di Ludovico Seitz e sempre in collaborazione con De Carolis, sugli affreschi di Pinturicchio nell’appartamento Borgia in Vaticano ove Morani completò la decorazione delle pareti della sala del Credo. Alle Sibille del Pinturicchio è ispirata la decorazione con teste femminili e motivi floreali che nello stesso anno egli dipinse in un soffitto di Palazzo Vidoni, proprietà di Sigismondo Giustiniani Bandini. È probabile che il rapporto dell’artista con la famiglia Giustiniani-Bandini sia dovuto al suo matrimonio con la bellissima pittrice Lily Helbig, figlia dell’omonimo archeologo tedesco e di una principessa russa, grazie al quale Morani venne introdotto nell’ambiente degli intellettuali stranieri a Roma e nel mondo del patriziato romano.Main point content
Alessandro Morani
Cappella Giustiniani Bandini (Alessandro Morani)
Commissionata da Sigismondo Giustiniani Bandini (Abbadia di Fiastra 1818-Roma 1908), esponente di spicco della nobile famiglia genovese. Fu volontario del battaglione maceratese in sostegno dell’insurrezione veneta contro l’Austria nel 1848. Uomo ricco e potente, in stretti rapporti con l’aristocrazia inglese, Sigismondo promosse l’Unione Romana per le elezioni amministrative, appoggiando i cattolici moderati. Più volte consigliere comunale e provinciale, ricoprì incarichi di rilievo nel mondo economico-finanziario: dal 1836 direttore della Cassa di Risparmio, fu tra i fondatori del Banco di Roma. Presidente della Società Acqua Marcia, acquisì numerosi palazzi storici romani tra cui palazzo Altieri, palazzo Mignanelli e soprattutto palazzo Vidoni Caffarelli a Corso Vittorio Emanuele II, divenuta residenza di famiglia. I debiti di gioco del primogenito costrinsero il principe alla vendita di gran parte del patrimonio accumulato, compreso il palazzo di famiglia nel 1903.
Il poliedrico artista Alessandro Morani (Roma 1859-1941) ebbe una formazione culturale fuori della norma. Formatosi alla bottega dello scultore Giovan Battista Lombardi, dal 1877 seguì i corsi dell’Accademia di Belle Arti e si inserì in un circolo di artisti che, oltre a studiare dal vero la natura, si rivolgevano alle istanze preraffaellite, incentrate sul recupero dell’arte del Quattrocento. Questo indirizzo, promosso a Roma dal pittore Nino Costa, confluì nella società In arte libertas, fondata da Morani e Ricci nel 1886, che, con numerose esposizioni, intendeva aprire il chiuso ambiente romano alle tendenze artistiche internazionali e antiaccademiche.
Proprio in quegli anni si delinearono i due principali filoni dell’attività di Morani: quello legato alla pittura di paesaggio dal vero e quello impegnato nella decorazione architettonica. Grazie al suo specifico interesse per l’arte applicata all’architettura, ottenne nel 1894 la cattedra di Composizione decorativa pittorica al Museo artistico industriale. Questa scuola, istituita nel 1874 dal Comune di Roma con l’intento di formare una generazione di artigiani legata alla produzione artistica del paese, si aprì in quegli anni a istanze più vicine al modernismo.
All’insegnamento Morani affiancò l’attività di decoratore, valendosi della collaborazione dell’allievo Adolfo De Carolis, con il quale eseguì a Roma le parti decorative di villa Blanc (1895-1897) e del villino Manzi (1900).
Nell’ambito del recupero della cultura figurativa del primo Rinascimento si collocano inoltre i suoi interventi di restauro. Si ricorda, in particolare, quello eseguito, tra il 1895 e il 1897, su incarico di Ludovico Seitz e sempre in collaborazione con De Carolis, sugli affreschi di Pinturicchio nell’appartamento Borgia in Vaticano ove Morani completò la decorazione delle pareti della sala del Credo. Alle Sibille del Pinturicchio è ispirata la decorazione con teste femminili e motivi floreali che nello stesso anno egli dipinse in un soffitto di Palazzo Vidoni, proprietà di Sigismondo Giustiniani Bandini. È probabile che il rapporto dell’artista con la famiglia Giustiniani-Bandini sia dovuto al suo matrimonio con la bellissima pittrice Lily Helbig, figlia dell’omonimo archeologo tedesco e di una principessa russa, grazie al quale Morani venne introdotto nell’ambiente degli intellettuali stranieri a Roma e nel mondo del patriziato romano.Main point content
20