Cappella Fittipaldi Menarini (Giulio Cesare Mariani)
La cappella è decorata allinterno da una vetrata a fuoco, raffigurante l’immagine del San Michele Arcangelo, tratta dal dipinto di Guido Reni in Santa Maria della Concezione. È opera di Giulio Cesare Giuliani (Viterbo 1882 – Roma 1954) chimico, farmacista e al contempo allievo di Eugenio Cisterna, pittore e decoratore, del quale, nel 1907, sposò la figlia Angelina. Agli inizi del Novecento fondò lo Studio vetrate Roma, specializzato in pittura a fuoco su vetro, con sede dal 1909 nel rinascimentale palazzo di Guglielmo Della Porta in via Giulia, acquistato e affrescato da Cisterna.
Le sperimentazioni tecniche e scientifiche, svolte nel laboratorio che occupava il piano terra dello studio, gli permisero di raggiungere eccellenti risultati nella colorazione, nella doratura, nella patinatura e nelle diverse applicazioni pittoriche sulla superficie del vetro incolore o già colorato in pasta, anche con il supporto di studi rigorosi sui fenomeni luminosi; tali ricerche egli sviluppò riservando una particolare attenzione ai principî di fisica ottica applicata alle caratteristiche del vetro cui seppe unire una sensibilissima vocazione artistica.
Nel 1904, su cartoni del maestro, realizzò le vetrate per la chiesa superiore del Corpus Domini a Milano. Nel 1906 eseguì le vetrate circolari per la chiesa di S. Gioacchino a Roma.
A questo primo periodo di attività va riferita anche un'importante collaborazione con il maestro vetraio Cesare Picchiarini. Nel 1907, con la vetrata intitolata a S. Francesco, prese parte al concorso nazionale promosso dal ministero della Pubblica Istruzione per le nuove vetrate della basilica di S. Paolo a Roma, che dovevano sostituire quelle distrutte dall'esplosione di una polveriera a Porta Portese avvenuta il 23 aprile 1891.
Elemento distintivo dell'attività dello Studio, specialmente nei primi decenni, fu l'uso preponderante della coloritura dei vetri per mezzo della pittura a fuoco, procedura che permetteva - attraverso elaborazioni tecniche diverse quali la grisaille, l'applicazione di smalti colorati e la placcatura - di ottenere effetti molto vicini a quelli della pittura.
Tra il 1920 e il 1925 il laboratorio realizzò importanti lavori in Italia e all'estero (ospedale italiano e basilica del Monte Tabor a Gerusalemme, cattedrale di Reggio Calabria, Banca d'Italia ad Ancona, Banco di Sicilia a Roma) e partecipò alla I Mostra romana dell'agricoltura dell'industria e dell'arte applicata all'industria a villa Umberto I (1923). Ancora per la committenza privata realizzò vetrate per l'hotel Excelsior e il Grand Hotel, per alcuni edifici del quartiere Coppedè e per l'Istituto nazionale delle assicurazioni, che nel 1927 gli affidò l'esecuzione delle vetrate per il nuovo palazzo dell'ente in via Veneto a Roma. Nel 1929 acquistò da Picchiarini il laboratorio di vetrate di piazza S. Salvatore in Lauro; con i materiali acquisì anche un cospicuo e interessantissimo nucleo di bozzetti e cartoni per vetrate ideati da Duilio Cambellotti, Umberto Bottazzi, Vittorio Grassi, Paolo Paschetto, artisti e decoratori, esponenti di spicco del modernismo romano. Molti di questi disegni, acquistati nel 1997 dal Comune di Roma, sono conservati al Museo della Casina delle civette.
La collaborazione tra artista e artigiano basata sul rispetto delle rispettive conoscenze e capacità fu il principio su cui fondò e sviluppò la sua attività. La profonda cognizione storica e scientifica dei materiali e delle tecniche gli permise di diventare, oltre che un eccellente interprete creativo in ambito esecutivo, anche un referente di grande prestigio nel campo del restauro della vetrata artistica antica e moderna.
Nel 1942, per lo scalone del palazzo delle Scienze all'EUR, oggi Museo nazionale preistorico etnografico L. Pigorini, su disegno del pittore e decoratore Giulio Rosso, realizzò la grande e suggestiva vetrata Elementi decorativi relativi all'astronomia. L'opera, rimasta nelle casse fino al 1987, è stata montata nel luogo originario di destinazione dallo Studio vetrate d'arte Giuliani, che ne ha curato anche il restauro, eseguito dalle stesse maestranze che la realizzarono. Tra i molti interventi di restauro realizzati in seguito ai danni causati dai bombardamenti della seconda guerra mondiale si ricordano quelli nella chiesa di S. Teresa a Roma, e nel santuario di S. Teresa ad Anzio.