Emma CARELLI

Emma CARELLI

Verano di Roma

1877 – 1928

Vecchio Reparto al Riquadro 16

Soprano, Diva dell’opera e prima donna imprenditrice-manager del Teatro Lirico Italiano. L’incanto della voce e l’anima del Teatro Costanzi, attuale Teatro dell’Opera di Roma.

La figura unica di Emma Carelli (Napoli, 12 maggio 1877 – Montefiascone, 17 agosto 1928) fonde in sé ruoli differenti, da quello di artista del bel canto, soprano di livello eccelso, a quello di imprenditrice, prima donna a dirigere un teatro lirico, nel secondo decennio del Novecento (Fig. 1)
La sua vita intensa e drammatica, dal tragico epilogo, la pone come una delle donne più importanti dei primi del XX secolo, popolarissima e insieme innovatrice, carattere indomito e anticonvenzionale, libera ed emancipata, per il cui talento e per la cui tempra fu definita da D’Annunzio “La bipede leonessa”. (Fig 2).

Fu interprete versatile in un repertorio vastissimo, dal melodramma ottocentesco a quello verista, dal forte accento drammatico e dalla voce vibrante, ed ebbe una carriera densa che la portò dai teatri minori italiani ai grandi successi al Teatro Costanzi di Roma e alla Scala di Milano e poi in tournées internazionali, principalmente in Sud America.

Formatasi a Napoli, ottenne la prima affermazione al Teatro Costanzi di Roma nel 1899 e poi alla Scala di Milano nell'Otello di Verdi, diretto da Arturo Toscanini e con Francesco Tamagno. Lungo tutto il primo decennio del Novecento fu scritturata dai maggiori teatri italiani, europei e sudamericani, con successi crescenti e memorabili interpretazioni, quali la Bohème di Giacomo Puccini alla Scala di Milano nel 1901 accanto ad Enrico Caruso, con cui si esibì anche in seguito in tante opere di successo. (Fig. 3)

Il matrimonio con l’attivista politico socialista, sindacalista rivoluzionario, Walter Mocchi nel 1898 sarà all’inizio fonte di inconvenienti per la sua carriera ma al contempo determinerà nuove opportunità professionali. L’allontanamento di Emma Carelli dal Lirico di Milano nel 1902 e poi dal San Carlo di Napoli fu infatti conseguenza dell’impegno politico radicale di Mocchi. Ma sarà il suo passaggio dalla politica al mondo del teatro lirico che aprirà alla Carelli le porte della direzione del Teatro Costanzi di Roma. (Fig. 4). Egli divenne impresario e agente della moglie, che tornò a calcare i più importanti teatri lirici del tempo. In seguito alla fondazione della Società Teatrale Internazionale, un trust di teatri sudamericani avente quale base artistica il Teatro Costanzi, Emma Carelli ottenne la gestione del teatro romano dal 1911 al 1926, promuovendo prime e spettacoli di assoluto rilievo e portandolo a rivaleggiare con la stessa Scala milanese.

Giunsero in quegli anni al Costanzi di Roma i Ballets Russes di Sergej Djagilev, furono accolti i Futuristi, come Marinetti e…. , gli artisti esordienti, Pablo Picasso espose nel foyer del teatro un proprio dipinto per la prima volta in Italia. E poi opere, come il Parsifal di Richard Wagner, che non erano mai passate sulle scene italiane. Il teatro fu attivo, unico in Italia, anche durante la prima Guerra Mondiale, con rappresentazioni come L’uccello di fuoco di Igor Stravinskij. Come segnalato all’epoca dal Musical Times l’unico teatro europeo ad avere un cartellone all’altezza era il Costanzi di Roma, la cui manager era una donna.

L’avvento del Fascismo vide ancora Emma Carelli alla direzione del Costanzi ma, dopo il 1924, il regime decise di costruire o acquisire un teatro che fosse di rappresentanza per la capitale, da contrapporre alla Scala e a Toscanini. Messa sotto osservazione dal regime, che la considerava con sospetto e inadatta ai nuovi programmi voluti dal Duce, fu estromessa dal Teatro Costanzi, che fu acquistato nel 1926 dal Governatore di Roma e ampiamente ristrutturato dall’architetto Marcello Piacentini. Il 27 febbraio1928 veniva così inaugurato il nuovo Teatro Reale dell’Opera. Cinque mesi dopo, il 17 agosto, Emma Carelli perdeva la vita uscendo di strada con la sua Lambda nei pressi di Montefiascone. Si chiudeva tragicamente la sua parabola intensa e ancora in parte dimenticata.

La sua tomba, nel Vecchio Reparto al Riquadro 16 (Fig. 5), è una lapide decorata da maschere teatrali e da un’iscrizione che ne esalta le doti umane, artistiche e manageriali. (Fig. 6).

“A Emma Carelli. Passione d’ogni atto. Umanità fra le finzioni della scena. Purezza alata di canto che diede all’arte lirica ammaestramenti di vita e alla Roma moderna l’inizio di un grande teatro.
Gli Uomini dell’anno X. Il Governatore di Roma. I Compagni d’arte”. (Fig. 7)

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