Ubicazione sepoltura: Primitivo Ovest A 455 bis
Consiglio furbo: inquadra il volto della utilizzando l’applicazione Artivive per sentirla cantare (preferibilmente utilizzando gli auricolari).
Inoltre, per ricordare una storia è necessaria ascoltarla. Al fondo troverai l’accesso ad un podcast attraverso il quale potrai ascoltare la voce di Isa, mentre verrà raccontata la sua intrepida storia.
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Teresa Ferrero nasce nel quartiere operaio Regio Parco di Torino, il 10 settembre 1898 e muore all’età di soli 41 anni, consumata dalla tisi che le logora il corpo, mantenendo però inalterato la bellezza del suo volto, o almeno così raccontano i medici dell’Ospedale Molinette, in cui era ricoverata. Poco prima di morire, l’11 novembre 1939, Teresa sposa il suo unico grande amore, l’attore milanese Nuto Navarrini, il quale verrà poi sepolto insieme a lei nel 1973.
La giovane Teresa trova lavoro inizialmente come operaia presso la manifattura Tabacchi di Torino. Un destino già scritto che la accomunava alla maggior parte delle donne cresciute nel suo stesso quartiere. Fu chiaro sin da subito però, che quella tuta da lavoro così anonima e spersonalizzante, non le appartenesse. Teresa era infatti una donna ambiziosa, coraggiosa e sicura di poter costruire per sé stessa un destino migliore, che gli permettesse di brillare. Decide perciò di concentrare la sua carica sensuale e il suo avvenente talento sul palco.
L’esordio non è semplice. Il suo primo nome d’arte fu Gina Billiani. La scalata verso il successo incominciò per lei dal basso. Teresa si esibisce inizialmente come sciantosa (riadattamento in lingua napoletana della parola francese ‘chantouse’, ovvero, ‘cantante’) nei caffè-concerto di Torino, in cui qualcuno ancora riconosce in lei la giovane operaia della manifattura torinese. Fu infossando i panni della sofisticata francese Isa Bluette, che Teresa trova il successo a partire dal raggiungimento del grande Teatro Maffei di Torino. Diventa rapidamente la primadonna, ovvero la protagonista, di operette e riviste. Isa Bluette ebbe a quei tempi un’intuizione rivoluzionaria, fu grazie a lei, infatti, se la passerella parigina fu importata sui palcoscenici teatrali in Italia. Attraverso la passerella gli artisti sfilano al bordo del palco, avvicinandosi e coinvolgendo maggiormente il pubblico. Fu lei, inoltre, a presentare per la prima volta in scena la soubrette (termine francese che indica per lo più ‘servette maliziose’) circondata da un folto numero di uomini eleganti in smoking. Isa si presenta come una femme fatal che domina il palco e strega il pubblico avvicinandosi ad esso.
Il raggiungimento dell’apice del successo arriva negli anni Venti. La sua casa in via Principi d’Acaja è attorniata da una moltitudine di ammiratori, appollaiati lì per vederla perlomeno uscire, con l’immancabile basco francese, e salire sulla sua fuori serie decorata con gli amati fiordalisi azzurri.
Isa fonda una sua compagnia teatrale che porta il suo nome, e attraverso la quale emergono attori indimenticabili, come Erminio Macario (dal 1925) e Totò (dal 1928), dimostrando di avere anche un importante intuito artistico, a cui il teatro italiano deve molto. Con Totò Isa recitò in ‘Mille e una donna’ e il ‘Paradiso delle donne’, accolti calorosamente dalla critica, la quale attribuì il successo «all’umana simpatia di Totò, al brio birichino e al sorriso affascinante di Isa Bluette».
Isa fu anche in grado di portare al successo, nel 1926, la canzone a lei dedicata, intitolata ‘Cerola’ di Ripp e Bell Ami, una canzone a ritmo di tango.
«…Creola dalla bruna aureola, per pietà sorridimi, che l’amor m’assale…»
Isa partecipò anche come attrice in film muti in bianco e nero, come ad esempio ‘Ragazze non scherzate’ (1929). A partire dagli anni Trenta si dedicò sempre più all’operetta e nei teatri vigeva il tutto esaurito per Isa Bluette.
Per il mondo dello spettacolo Isa fu una pioniera, come fu Fred per la musica vent’anni dopo. Lei inondò il teatro con una luce nuova nel suo momento forse più buio.
Al suo funerale parteciparono in molti e Isa sfoggiò il suo ultimo costume, un abito blu ornato con una ghirlanda composta con le sue belle peonie.
Purtroppo, la grande diva, che aveva dominato il teatro degli anni Venti, venne ben presto dimenticata, anche dalla sua stessa Torino. Il suo ricordo rimase però vivo nei cuori di coloro che grazie a lei poterono esprimere il loro talento, come il comico torinese Erminio Macario, sepolto anche lui qui al cimitero monumentale, il quale in un’intervista ricorda Isa.
«Isa Bluette, un sogno per me lavorare con lei, come lo scalatore che spera di arrivare in cima all’Everest»
Fonti biografiche sitografia:
• Isa Bluette, l’operaia torinese che rivoluzionò il mondo della rivista – PiemonteTopNews
• https://it.wikipedia.org/wiki/Isa_Bluette
• Isa Bluette, diva dimenticata | Babette Brown (archive.org)
(Testi, ricerca iconografica e multimediale della Dott.ssa Sara Clemente, laureanda in Storia dell'arte all'Università di Torino)