Edicola Alberto Keller
Architetto: Carlo Maciachini
Pittore: Luigi Cavenaghi
Scultore: Giosuè Argenti
Anno di costruzione: 1875
Ubicazione: Settore Acattolici, campo I, spazio 1
Al centro del Riparto che conclude il lato sud-occidentale del Monumentale, in uno spazio in origine dedicato esclusivamente alle sepolture dei Cristiani Acattolici (protestanti, greco-ortodossi e armeni), sorge l’edicola di Alberto Keller. La sepoltura è caratterizzata in facciata da un portico con volta cassettonata, impreziosito da epigrafi incise sulle specchiature e sulle lastre bronzee laterali, e da una elegante decorazione a candelabre. Nel piccolo vano interno si conserva un affresco raffigurante Cristo risortomentre sotto al portico d’ingresso si trova inoltre l’imponente scultura femminile marmorea raffigurante la Protezione, che originariamente custodiva tra le mani un’urna cineraria oggi perduta.
Alberto Keller (1800-1874), di religione protestante, nasce a Roma da una famiglia di origine svizzera ma a vent’anni si trasferisce a Milano, dove è attivo nell’industria e commercio della seta. Strenuo propugnatore della pratica della cremazione, Keller fornisce al Comune di Milano i fondi necessari per la costruzione del Tempio Crematorio, che viene inaugurato il 22 gennaio 1876 proprio con la cremazione della salma dello stesso filantropo (nel frattempo custodita nella cappella di famiglia nel reparto Acattolici).
L’edicola è stata realizzata dallo stesso progettista del Monumentale, Carlo Maciachini (1818-1899), in stile neorinascimentale, memore delle architetture realizzate a cavallo tra il XV e il XVI secolo da maestri come Donato Bramante (Santa Maria presso San Satiro a Milano) o Giovanni Antonio Amadeo (Duomo di Pavia). La Protezione è opera di Giosuè Argenti (1819-1901), uno scultore particolarmente apprezzato per la sua virtuosistica interpretazione del tardo purismo. Il dipinto oggi visibile all’interno(realizzato tra il 1962 e il 1963 da un autore sconosciuto) è il rifacimento dell’originario affresco di Luigi Cavenaghi (1844-1918), allievo di Giuseppe Bertini all’Accademia di Brera e principale collaboratore di Maciachini, noto soprattutto per la lunga e fortunata carriera di restauratore di dipinti: gli Uomini d’arme di Bramante e il Cenacolo di Leonardo da Vinci sono solo alcuni degli esempi più celebri tra i suoi interventi.
Architetto: Carlo Maciachini
Pittore: Luigi Cavenaghi
Scultore: Giosuè Argenti
Anno di costruzione: 1875
Ubicazione: Settore Acattolici, campo I, spazio 1
Al centro del Riparto che conclude il lato sud-occidentale del Monumentale, in uno spazio in origine dedicato esclusivamente alle sepolture dei Cristiani Acattolici (protestanti, greco-ortodossi e armeni), sorge l’edicola di Alberto Keller. La sepoltura è caratterizzata in facciata da un portico con volta cassettonata, impreziosito da epigrafi incise sulle specchiature e sulle lastre bronzee laterali, e da una elegante decorazione a candelabre. Nel piccolo vano interno si conserva un affresco raffigurante Cristo risortomentre sotto al portico d’ingresso si trova inoltre l’imponente scultura femminile marmorea raffigurante la Protezione, che originariamente custodiva tra le mani un’urna cineraria oggi perduta.
Alberto Keller (1800-1874), di religione protestante, nasce a Roma da una famiglia di origine svizzera ma a vent’anni si trasferisce a Milano, dove è attivo nell’industria e commercio della seta. Strenuo propugnatore della pratica della cremazione, Keller fornisce al Comune di Milano i fondi necessari per la costruzione del Tempio Crematorio, che viene inaugurato il 22 gennaio 1876 proprio con la cremazione della salma dello stesso filantropo (nel frattempo custodita nella cappella di famiglia nel reparto Acattolici).
L’edicola è stata realizzata dallo stesso progettista del Monumentale, Carlo Maciachini (1818-1899), in stile neorinascimentale, memore delle architetture realizzate a cavallo tra il XV e il XVI secolo da maestri come Donato Bramante (Santa Maria presso San Satiro a Milano) o Giovanni Antonio Amadeo (Duomo di Pavia). La Protezione è opera di Giosuè Argenti (1819-1901), uno scultore particolarmente apprezzato per la sua virtuosistica interpretazione del tardo purismo. Il dipinto oggi visibile all’interno(realizzato tra il 1962 e il 1963 da un autore sconosciuto) è il rifacimento dell’originario affresco di Luigi Cavenaghi (1844-1918), allievo di Giuseppe Bertini all’Accademia di Brera e principale collaboratore di Maciachini, noto soprattutto per la lunga e fortunata carriera di restauratore di dipinti: gli Uomini d’arme di Bramante e il Cenacolo di Leonardo da Vinci sono solo alcuni degli esempi più celebri tra i suoi interventi.
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