Protagonisti del calcio parte 3 - Mario e Pio FERRARIS

Protagonisti del calcio parte 3 - Mario e Pio FERRARIS

Sepoltura, Biografia e immagini

Ubicazione: ampliazione 3, arcata 232 - Tomba di famiglia Ferraris


Mario Alessandro Pio FERRARIS

Nato a Torino il 13 dicembre 1885- Morto a Rapallo (GE) il 17 luglio 1959


Figlio dell’avvocato Federico Ferraris e di Teresa Della Torre, Mario è il terzo di 13 figli, 7 femmine e 6 maschi. Studente del liceo Massimo D’Azeglio, si diploma pressappoco nello stesso periodo in cui esordisce nella Juventus, inserito in formazione ma non ancora sceso in campo. Lo farà per la prima volta ufficialmente nel 1903, In un derby contro la F.C. Torinese vinto 5-0. Gli impegni di studio sono molto gravosi, quindi la sua attività calcistica si riduce ad un solo anno effettivo, disputando l’ultima partita a marzo del 1904 contro il Genoa, perdendo nel capoluogo ligure per 1-0. Si laurea in ingegneria al Politecnico di Torino nella stagione accademica 1907 – 1908. Della sua attività successiva si perdono le tracce. Muore a 74 anni a Rapallo, risulta non si sia mai sposato. L’unica fotografia che lo DOVREBBE ritrarre è relativa a una partita disputata dalla Juventus nel novembre del 1903, dove viene indicato come “Ferrari”, però in quel periodo nessun giocatore con questo nome faceva parte della squadra, per cui si deve dedurre che la fotografia ritragga effettivamente Mario Ferraris.


Pio Giulio FERRARIS

Nato a Torino il 19 maggio 1899 - Morto a Torino il 5 febbraio 1957

Pio Ferraris inizia a indossare la maglia bianconera già dal 1916, in un torneo non ufficiale organizzato durante il periodo bellico. L’attività ufficiale inizia però nel 1919, dove in 4 stagioni nella Juventus si mette in luce come uno dei principali marcatori: realizza infatti 39 reti a fronte di 66 presenze. Partecipa anche alle Olimpiadi di Anversa del 1920 con la Nazionale, con la quale colleziona complessivamente 4 presenze. In un’amichevole del 1921 contro il Belgio segna l’unica sua rete un’istante prima del fischio finale dell’arbitro, cadendo a terra svenuto per la concitazione. Considera l’attività di calciatore come uno svago, e non vuole mai essere pagato per disputare le sue gare, anche in virtù del fatto che conosce una certa agiatezza economica. Infatti, si diploma ragioniere e porta avanti con Alfredo, uno degli 8 fratelli, una banca di famiglia. Abita in via Sacchi 26 con la moglie Rita e le figlie Franca e Piera. Si ammala gravemente al cuore, e cessa di vivere a 57 anni.

(Testi e ricerca di Giovanni Arbuffi/Pianezza -To)

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