Datazione: 1877
Collocazione: cimitero Monumentale di Torino, II ampliazione, arcata n. 471
Progettista: Fossati
Scultore: Odoardo Tabacchi
Firma sull’opera: visibile
«Innanzi all’arcata del porticato campeggia mirabile il monumento a cielo aperto nella seconda ampliazione la tomba della famiglia Benech. Grandioso basamento, opera del Fossati, ricorda con le sue sagome caratteristiche, l’industria cui il Benech si era dedicato in vita, quella della costruzione delle locomotive a vapore. Una gradinata vi gira intorno e sopra una seconda base tripodi con fiaccole, nicchiette e croci di bellissima fattura.
In alto la statua, egregio lavoro del Tabacchi. Una donna prostrata, avvolta in un ampio paludamento, piange sovra l’urna. Tanta fu la maestria dell’artista, che attraverso le mani raccolte sul viso, indovini le forme del volto, intravedi gli occhi lagrimosi, le labbra attratte, le fattezze di supremo dolore dipinte, convulsamente contratte nell’accasciamento dell’angoscia. La statua del Tabacchi è piena di vita, di espressione, di sentimento; l’occhio non è mai sazio di contemplarla. Effetto di gran lunga maggiore avrebbe avuto questo monumento se, invece di essere posto in un angolo dell’aiuola, in mezzo ad una siepe di monumenti minori, sorgesse nel bel mezzo del cimitero tra due aiuole, ove libero lo sguardo potesse dominarlo da ogni lato.»
La descrizione, estratta dalla pubblicazione del 1874 “Le necropoli Torinesi: guida storico descrittiva” di Arcozzi Masino, è stata trascritta in qualità di documento storico particolarmente puntuale.
Sappiamo che il 30 novembre del 1877 il signor Fossati, titolare dell’impresa di marmi lavorati e grezzi provenienti dalla provincia di Torino, la medesima personalità menzionata nella citazione sopra trascritta, ha chiesto la riscossione della spesa dovuta all’esecuzione dell’opera realizzata in pietra di Malanaggio sagomata e convenuta a prezzo di 1350.00 lire. Si desume altresì che l’estrazione del materiale da cava, per quanto riguarda il monumento analizzato, provenga dalle cave di Luserna San Giovanni, che dà il nome all’omonima pietra di tipo gneiss, e dalle cave della frazione di Malanaggio, facente parte nel comune di Porte, sempre in provincia di Torino.
L’inserimento nel contesto paesaggistico avvolge di mistero la sepoltura. L’edera dal terreno si dirama ad avvolgere il basamento, al contempo la quinta che fa da sfondo al monumento, è una sequenza di aceri giapponesi dai toni caladi e intensi, come mostra l’immagine.
(Testi, immagini e ricerche dott.ssa Giulia Lamolinara. Tesi di diploma Politecnico di Torino, Scuola Specializzazione in Beni Architettonici e del Paesaggio 2022-2023)