Datazione: 1881-1889
Collocazione: cimitero Monumentale di Torino, I ampliazione, area n. 490
Progettista: arch. Carlo Ceppi
Scultore: Pietro Canonica, Giuseppe Dini, Odoardo Tabacchi
Firma sull’opera: -
La tomba si compone di due monumenti funerari affiancati, collocati in un’aiuola nord occidentale della prima ampliazione, lambita dal percorso assiale principale che taglia simmetricamente il campo. La posizione offre diversi punti di vista per apprezzare le due opere scultoree, la statua eretta sull’alto basamento e il baldacchino. La distanza dagli altri monumenti crea un vuoto perimetrale, una fascia di rispetto in ghiaia che consente di circumnavigare la sepoltura e enfatizzare la spiccata vocazione architettonica dell’impianto. Da una prospettiva frontale dell’opera, la sistemazione a giardino prevede una linea di alberature a basso fusto, quasi miniaturizzate e completamente addomesticate nelle chiome geometriche, filare che segue l’andamento lineare della strada principale. Sul retro invece, si trova un lotto di erba incolta che amplifica la monumentalità dell’opera lasciandola quasi isolata. Ai lati, da una parte si trova un percorso secondario appartenete alla maglia di percorrenza interna ai lotti, dall’altra, insiste un’imponente edicola che per severità e proporzioni sovrasta il baldacchino.
La sepoltura, a sud del lotto, è il monumento funerario in memoria di Teresa Denina in Sineo del 1889. L’opera raffigura la defunta sposa distesa sul letto funebre e avvolta da una lunga veste ricamata, un esempio di scultura funeraria realista in cui emergono le abilità manieriste nella modellazione plastica degli scultori.
La struttura leggermente sopraelevata è stata pensata su di un catafalco ad impianto rettangolare. Il linguaggio architettonico, opera di Carlo Ceppi, è particolareggiato: sei archi trilobati a tutto sesto ribassato perimetrano il monumento insistendo su colonne polistilo sormontate da capitelli decorati con foglie d’acanto. Sopra l’ordine dei capitelli, si sviluppano le mensole che ospitano dieci statuette di angeli che vegliano la defunta. Tali sculture sono attribuite a Odoardo Tabacchi e Pietro Canonica, suo allievo. Gli angeli sono stati oggetto di presunti atti vandalici che ne hanno compromesso l’integrità, capitozzandoli. L’episodio spiega bene la fragilità di un patrimonio artistico esposto al pubblico senza misure protettive di sicurezza. I monumenti devono sopravvivere al tempo, alle intemperie, ma anche all’imprevedibilità del comportamento umano.
(Testi, immagini e ricerche dott.ssa Giulia Lamolinara. Tesi di diploma Politecnico di Torino, Scuola Specializzazione in Beni Architettonici e del Paesaggio 2022-2023)