Cimitero monumentale di Torino Quarta ampliazione Arco 4
La prima tappa del percorso, costituita dalla tomba delle famiglie Olivero e Rodellono, presenta una decorazione scultorea marmorea. Con il tempo, il marmo appare ricoperto da quella che sembra essere una semplice pellicola scura. Si parla delle cosiddette "croste nere". Queste non sono formate dall'accumulo di polvere, ma si tratta di un processo molto più complicato e dannoso. Infatti, la causa scatenante è data dall'unione di due fattori: l'inquinamento e gli agenti atmosferici.
Per via dell'inquinamento sono presenti moltissime sostanze acide nell'aria. Queste, unite all'acqua portata dalla pioggia, si trasformano in una soluzione acida capace di attaccare il carbonato di calcio, composto costituente il marmo. Dunque, si crea una reazione a catena di eventi:
1)L'acqua acida colpisce il marmo;
2) quando l'acqua evaporerà, i composti disciolti nell'acqua resteranno sul materiale e si cristallizzeranno;
3) si avrà una reazione tra queste sostanze cristallizzate (principalmente costituite da zolfo) e il carbonato di calcio che formerà il gesso, materiale molto meno resistente del marmo.
In questo modo, quella che sembra una semplice patina scura diventa un terribile attacco al materiale (anzi, una sua vera sostituzione!) che rende la decorazione marmorea molto più fragile e, quindi, soggetta a disgregazione, aspetto polverulento e distacco di parti.
La ridipintura dell'opera in marmo può solo rallentare momentaneamente il degrado, mentre interventi più specifici (come il laser e l'utilizzo di soluzioni desolfatanti) possono avere effetti benefici di maggiore durata.
(Testi e fotografie: dott.ssa Livia Puglisi, specializzanda in Beni Archeologici -Scuola di Specializzazione “Giorgio Gullini”, Università di Torino)