Tomba Pietro Bosio

Tomba Pietro Bosio

Pietro Bosio, architetto e scultore (Cremona 1790? – Roma 19 gennaio 1855)


Pincetto Vecchio, riquadro 3

Il sepolcro dell’architetto e scultore cremonese Pietro Bosio è costituito da una semplice stele in marmo bianco con coronamento arrotondato decorato da volute. Al centro della lapide è scolpito, a bassorilievo, il ritratto di profilo dell’artista, presumibilmente nato nell’anno 1790, che, secondo l’iscrizione, fu uomo pio e lodato da tutti per il suo ingegno.
Formatosi all'Accademia di Brera di Milano, grazie a una borsa di studio, si trasferì a Roma ove fu allievo di Raffaelle Stern. Si hanno notizie della sua attività a partire dal 1813, ma il nome di questo architetto scultore è legato soprattutto alla stesura, sotto la direzione di Pasquale Belli e in collaborazione con Pietro Camporese il Giovane e Andrea Alippi, del progetto definitivo per la ricostruzione della Basilica di San Paolo fuori le mura, semidistrutta da un incendio nel luglio del 1823.
Le precedenti ipotesi, avanzate soprattutto da Giuseppe Valadier, miravano ad una ricostruzione dell’edificio in stile “moderno”, cioè neoclassico, riutilizzando i pregevoli materiali originali scampati alle fiamme, senza nessun legame con la forma della basilica medievale. Secondo il parere espresso dal Commissario alle Antichità nel 1824, però, “il voto pubblico, romano ed estero, è che S. Paolo si rimetta come prima, altrimenti non si riconoscerebbe più per quel celebre San Paolo. Le belle colonne si possono supplire col marmo meno colorito di Carrara… e così le loro basi, e capitelli…”. L’affidamento dei lavori a Pasquale Belli, che sostituì il Valadier nel 1825, non garantì, in realtà, il rispetto di questi principi. Il progetto definitivo a cui Pietro Bosio prese parte comportò, infatti, più che un erudito restauro rispettoso dell’originale, un quasi completo rifacimento in stile. La necessità di riportare le forme dell’antica Basilica a un modello ideale, ancora una volta secondo l’influsso della corrente neoclassica, portò all’eliminazione di tutte le caratteristiche di asimmetria e irregolarità che caratterizzavano l’architettura medievale dell’edificio originale, cresciuto per fasi successive. I lavori della Basilica cominciarono nel 1829 e furono portati a termine solo cento anni dopo (1854, compimento della basilica; 1882, compimento del portico in facciata su progetto di Virginio Vespignani; 1890, prima pietra del quadriportico di G. Calderini; 1930, fine dei lavori).
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