Vecchio Reparto, riquadro 34
“Armonia”, scultura (Pietro Canonica, 1936)
Il monumento è dedicato alla cantante lirica Claudia Muzio (Pavia 1889 – Roma 1936). Vi è raffigurata ad altorilievo, con delicatezza e maestria una donna dolente panneggiata - intesa come figura allegorica dell'Armonia – e sullo sfondo alcune canne d'organo, evidente riferimento all'attività della cantante lirica Claudia Muzio. La Muzio si impose come “divina” soprano in anni in cui dopo il Verismo si affermava un movi¬mento di ritorno al melodramma romantico, cui era capace di adeguarsi anche attraverso valori stilistici quali la mor¬bidezza di emissione, la rotondità del suono, l'ampiezza del fraseggio, l'ele¬ganza del portamento e dei legati. Dopo una carriera di successi tra l’Europa e l’America (il 4 dicembre 1916 debuttò con la Tosca e al fianco di Enrico Caruso al Metropolitan di New York) negli ultimi anni una malattia al cuore indebolisce il suo timbro e forse questo, unito ad altre disavventu¬re personali, contribuisce ad affrettarne la fine nel 1936 a soli 47 anni. Per celebrare la famosa artista, dopo la sua morte, un Comitato Promotore si mosse per ottenere la concessione gratuita di un’area del Verano e forse la scelta cadde sullo scultore Pietro Canonica, anche per le sue note frequentazioni musicali. Egli infatti oltre a dedicarsi alla scultura, compose melodrammi, poemi sinfonici e liriche per canto e pianoforte.
Pietro Canonica, raffinato scultore (ma anche musicista, architetto e pittore), fu uno degli artisti più ricercati dalla buona società di inizio secolo. Nato a Moncalieri, dimostrò un talento precocissimo: nel 1881 entrò all’Accademia Albertina di Torino, dove seguì i corsi di Odoardo Tabacchi. Di questa frequentazione accademica risentono le sue prime opere, ispirate alla tradizione verista del maestro e di Vincenzo Vela. Pochi anni dopo, nel 1884, collaborò con Tabacchi nell’esecuzione della tomba Sineo a Torino. Nel 1886, Canonica ottenne i primi riconoscimenti con la “Orfanella” (cimitero di Mondovì, tomba Bongiovanni) e con la scultura “Dopo il voto” (Torino, Galleria Civica d’Arte Moderna) che, replicata in marmo, ottenne la medaglia d’oro al Salon parigino del 1893. Riscosse crescente successo nelle principali esposizioni italiane ed estere. Nel 1893 prese parte alla commissione per la realizzazione del monumento a Vittorio Emanuele II, per il quale eseguì la “Fontana del Tirreno” a destra della scalinata (1908). Opera di Canonica è anche un inusuale “Monumento al Mulo” per villa Borghese. Il suo stile, formatosi sulle correnti realiste, non fu esente da profondi richiami al Rinascimento toscano, soprattutto ai Della Robbia e a Desiderio da Settignano, esempi che assecondavano la naturale inclinazione dello scultore a una perfezione delicata ed elegante. Con l’inizio del nuovo secolo, si moltiplicarono le commissioni: Canonica divenne ritrattista dei circoli mondani e aristocratici europei (tra gli altri, nel 1903, della casa reale inglese) ed eseguì monumenti funebri (trentacinque per la sola città di Torino) o commemorativi, molti dei quali per la Russia zarista. Crebbero nel contempo i riconoscimenti pubblici: fu professore e direttore dell’Accademia di Belle Arti di Roma e ottenne, nel 1910, la cattedra all’Accademia di Venezia. Negli ultimi quaranta anni di attività, Canonica ottenne commissioni illustri in Italia (monumenti a Benedetto XV, del 1928, e a Giovanni Bosco, del 1936, nella basilica di San Pietro) e all’estero (monumenti commemorativi in Turchia, Egitto, Persia, Argentina). Dopo l’ultima guerra, realizzò soprattutto opere di carattere religioso, tra cui le porte per l’abbazia di Montecassino. Nel 1950, fu nominato senatore a vita per meriti artistici. Morendo, nel 1959, lasciò a Roma, nel museo Canonica a villa Borghese, la più completa raccolta esistente delle sue opere, tra le quali si ricorda il suggestivo gruppo scultoreo intitolato “Abisso”.