Tomba Brasini

Tomba Brasini

Armando Brasini, architetto (Roma 21 settembre 1879 – 18 febbraio 1965)

Rampa Caracciolo, portico


“Armando Brasini”, scultura; “Madonna con Bambino tra due angeli in preghiera”, mosaico

La tomba a parete, costruita per la morte della moglie Augusta (1941), è decorata sopra il sarcofago in marmo rosa da un busto-ritratto di Armando Brasini e nella lunetta di fondo da un mosaico con la “Madonna con Bambino tra due angeli in preghiera”.
Di modesta famiglia, non poté compiere studi regolari, limitandosi a frequentare saltuariamente l'Accademia di Belle Arti e i corsi del Museo artistico industriale. Nel 1909 ebbe l'incarico di progettare la recinzione e l'ingresso del giardino zoologico di Roma, che realizzò con una certa libertà in stile barocco.
Si è sempre ispirato, nella sua architettura, all'arte del passato: specialmente al barocco e al rinascimentale, mescolando, talvolta, fantasiosamente gli stili e prediligendo le concezioni grandiose e monumentali, nell'intento di riallacciarsi alla tradizione artistica aulica italiana e romana in special modo. La sua vastissima produzione rivela un'eccezionale facilità e ricchezza grafiche, e una vena più da scenografo che da architetto, in uno stile che può definirsi eclettico pur recando, evidentissima, l'impronta della sua personalità.
Negli anni venti si dedicava a studi sulla viabilità della capitale: spina dorsale di questa doveva essere la "via Imperiale", una grossa arteria che dalla Flaminia, tagliando tutto il centro storico, avrebbe dovuto raggiungere piazza Venezia, il Colosseo e, dopo S. Giovanni, la via Appia. Tra il '20 e il '30 si occupò di varie opere a Tripoli: il lungomare Volpi, la sede della Cassa di risparmio, il monumento ai caduti, il palazzo di giustizia e il restauro del castello Caramanli. Responsabile del padiglione italiano all'Esposizione di arti decorative a Parigi del 1925, fu premiato con medaglia d'oro ed ottenne la Legion d'onore (L'architettura italiana, XX [1925], 10, pp. 109-111, tavv. 37 s.).
Gli anni intorno al '30 segnarono il culmine della sua carriera, certamente favorita dalla personale benevolenza dal capo del governo fascista che lo fece nominare accademico d'Italia nel 1929. Nel 1931 fu inaugurato il palazzo dell'Istituto nazionale infortuni in via IV Novembre a Roma, nel luogo dove prima sorgeva il Teatro nazionale: è un edificio in travertino romano, con grandi colonne classiche e una torre di fianco. Dello stesso periodo sono il palazzo del governo a Foggia e quello a Taranto. Quest'ultimo, come la sua villa sulla Via Flaminia, si compone di una semplice architettura di ispirazione medievale: certamente tra le sue opere migliori. Nominato membro della commissione per il piano regolatore del '31, poté proporre la sua idea della "via Imperiale"; del piano furono realizzate solo le quattro arterie intorno alla zona archeologica, tra le quali la via dell'Impero (ora via dei Fori Imperiali) di cui Brasini ha sempre rivendicato la completa paternità.
Anche la sistemazione della zona intorno al Campidoglio, dalla parte dell'Ara Coeli, fu in gran parte voluta da lui: la realizzazione della via del Mare e delle adiacenze ha portato alla distruzione di una serie di case del '500 e del '600 e delle chiese di S. Orsola e di S. Andrea.
Direttore artistico per il completamento del monumento a Vittorio Emanuele II dal 1924 al 1939, eseguì il museo del Risorgimento, realizzato scavando il colle capitolino, la scala che sale al Campidoglio e la cripta del Milite Ignoto. Di ambiziosa magniloquenza è la chiesa del Cuore Immacolato di Maria ai Parioli in Roma, costruita in più riprese su un terreno offerto nel 1919 dallo stesso architetto al papa Benedetto XV e inaugurata nel 1952. Altre opere del periodo tra le due guerre sono alcune ville (Alvisi, Bruni, Morgagni, ecc.) e qualche monumento al cimitero del Verano.
Dopo l'ultima guerra il B. continuò, sebbene con ritmo minore, a progettare opere non attuate: tra l'altro, il progetto, in collaborazione, per una società americana, di un ponte, mai realizzato per questione di finanziamenti, sullo stretto di Messina, in cui la grande luce è interrotta da un'isola artificiale attrezzata a centro turistico.

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