Piazzale Circolare e Serbatoio dell’acqua marcia
Gioacchino Ersoch, architetto (Roma 6 luglio 1815 – 12 giugno 1902)
Il Piazzale Circolare è il nucleo fondamentale degli ampliamenti realizzati sotto la direzione artistica di Gioacchino Ersoch, succeduto nel 1880 ad Agostino Mercandetti come direttore dei lavori al Verano.
Nello spazio verde, delimitato dal percorso circolare che lo allontana anche fisicamente dall’andamento geometrico delle zone limitrofe, le sepolture si dispongono in ordine sparso, seguendo un gusto romantico e un’ispirazione paesaggistica. Attorno al fulcro costituito dal piazzale ruota tutta la sistemazione dell’area, in cui i viali principali, dei Platani e della Marina, sono disposti secondo le linee di massima pendenza della collina, definendo, a loro volta, il confine con l’Altopiano, ulteriore zona di ampliamento.
Entrando nella parte interna del Piazzale, questo appare sempre più evidentemente come un contenitore di cappelle realizzate in stili anche molto diversi fra loro, legati da una matrice genericamente eclettica, in cui si rielaborano modelli stilistici del passato o propri di civiltà esotiche.
Al centro si trova il Serbatoio dell’Acqua Marcia (1906), opera di Gioacchino Ersoch. La cifra stilistica di questo colossale edificio a pianta circolare è senza dubbio il richiamo ai materiali e al linguaggio dell’architettura romana; questi appaiono però liberamente mescolati a dettagli novecenteschi, come le cornici ad architrave di gusto modernista delle finestre in alto, e in ogni caso svincolati da qualsiasi uso strutturale coerente con le tecniche costruttive dell’antichità. Infatti la successione di materiali tipicamente romani come il peperino, il tufo e i laterizi non rispetta l’ordine logico legato all’esigenza di porre in alto i materiali più leggeri e la muratura diagonale ad opus reticolatum a metà dell’altezza dell’edificio ne rivela il carattere di pura e semplice imitazione estetica.
L’architetto si era già occupato, nella Capitale, di opere legate alle necessità di approvvigionamento idrico. In seguito a una delibera comunale del 13 Dicembre 1871 che stabiliva la necessità di restaurare e valorizzare la Passeggiata del Pincio, vero e proprio Giardino di Roma Capitale, Ersoch era stato incaricato, infatti, della stesura di un piano generale per la sistemazione dell’area, che richiedeva anche la realizzazione di un serbatoio per il miglioramento della distribuzione dell’acqua Marcia a tutto il giardino. L’architetto si avvalse della collaborazione del sacerdote domenicano scienziato Giovan Battista Embriaco per l’ideazione di una complessa opera idraulica basata su un orologio ad acqua integrato in una fontana, che lo mostra e lo protegge allo stesso tempo. La forma della riserva d’acqua, costruita come un vero e proprio laghetto, da cui l’orologio emerge come una torretta di legno sono ispirate a motivi naturalistici e realizzate in ghisa.
A Roma, Ersoch fu anche impegnato nella ristrutturazione del Teatro Argentina (1887-88) e nella progettazione e realizzazione del mattatoio di Testaccio (1888-1991). Nel primo caso l’architetto intervenne sulla struttura già restaurata da Pietro Camporese il Giovane e Nicola Carnevale inserendo i palchi nella muratura esistente e la decorazione in cartapesta dorata. Il teatro fu sottoposto, nel tempo, a numerosi lavori di restauro che ne distrussero, in parte, i caratteri fondamentali. I recenti interventi di adeguamento alle nuove norme di sicurezza hanno invece cercato di ricostruire l'interno della sala del Teatro di Roma come appariva alla fine dell'Ottocento dopo il restauro di Ersoch.
Per il macello della zona portuense, invece, egli adottò un linguaggio moderno e razionale, ben adatto a rispondere alle esigenze di praticità e semplicità legate all’uso industriale dell’edificio. I due padiglioni di cui è composto l’edificio, uno destinato effettivamente alla macellazione, l’altro al mercato, uniscono una innovativa struttura in ferro e ghisa alla cortina in laterizio e stucchi derivata dalla tradizione, assicurando all’edificio un forte carattere monumentale, oltre alla rispondenza precisa alle necessità funzionali che lo porterà ad essere ammirato come esempio in tutta Europa.
L’architetto è sepolto al Verano al riquadro 70 del Pincetto Nuovo, sul lato esterno del viale circolare.
Gioacchino Ersoch, architetto (Roma 6 luglio 1815 – 12 giugno 1902)
Il Piazzale Circolare è il nucleo fondamentale degli ampliamenti realizzati sotto la direzione artistica di Gioacchino Ersoch, succeduto nel 1880 ad Agostino Mercandetti come direttore dei lavori al Verano.
Nello spazio verde, delimitato dal percorso circolare che lo allontana anche fisicamente dall’andamento geometrico delle zone limitrofe, le sepolture si dispongono in ordine sparso, seguendo un gusto romantico e un’ispirazione paesaggistica. Attorno al fulcro costituito dal piazzale ruota tutta la sistemazione dell’area, in cui i viali principali, dei Platani e della Marina, sono disposti secondo le linee di massima pendenza della collina, definendo, a loro volta, il confine con l’Altopiano, ulteriore zona di ampliamento.
Entrando nella parte interna del Piazzale, questo appare sempre più evidentemente come un contenitore di cappelle realizzate in stili anche molto diversi fra loro, legati da una matrice genericamente eclettica, in cui si rielaborano modelli stilistici del passato o propri di civiltà esotiche.
Al centro si trova il Serbatoio dell’Acqua Marcia (1906), opera di Gioacchino Ersoch. La cifra stilistica di questo colossale edificio a pianta circolare è senza dubbio il richiamo ai materiali e al linguaggio dell’architettura romana; questi appaiono però liberamente mescolati a dettagli novecenteschi, come le cornici ad architrave di gusto modernista delle finestre in alto, e in ogni caso svincolati da qualsiasi uso strutturale coerente con le tecniche costruttive dell’antichità. Infatti la successione di materiali tipicamente romani come il peperino, il tufo e i laterizi non rispetta l’ordine logico legato all’esigenza di porre in alto i materiali più leggeri e la muratura diagonale ad opus reticolatum a metà dell’altezza dell’edificio ne rivela il carattere di pura e semplice imitazione estetica.
L’architetto si era già occupato, nella Capitale, di opere legate alle necessità di approvvigionamento idrico. In seguito a una delibera comunale del 13 Dicembre 1871 che stabiliva la necessità di restaurare e valorizzare la Passeggiata del Pincio, vero e proprio Giardino di Roma Capitale, Ersoch era stato incaricato, infatti, della stesura di un piano generale per la sistemazione dell’area, che richiedeva anche la realizzazione di un serbatoio per il miglioramento della distribuzione dell’acqua Marcia a tutto il giardino. L’architetto si avvalse della collaborazione del sacerdote domenicano scienziato Giovan Battista Embriaco per l’ideazione di una complessa opera idraulica basata su un orologio ad acqua integrato in una fontana, che lo mostra e lo protegge allo stesso tempo. La forma della riserva d’acqua, costruita come un vero e proprio laghetto, da cui l’orologio emerge come una torretta di legno sono ispirate a motivi naturalistici e realizzate in ghisa.
A Roma, Ersoch fu anche impegnato nella ristrutturazione del Teatro Argentina (1887-88) e nella progettazione e realizzazione del mattatoio di Testaccio (1888-1991). Nel primo caso l’architetto intervenne sulla struttura già restaurata da Pietro Camporese il Giovane e Nicola Carnevale inserendo i palchi nella muratura esistente e la decorazione in cartapesta dorata. Il teatro fu sottoposto, nel tempo, a numerosi lavori di restauro che ne distrussero, in parte, i caratteri fondamentali. I recenti interventi di adeguamento alle nuove norme di sicurezza hanno invece cercato di ricostruire l'interno della sala del Teatro di Roma come appariva alla fine dell'Ottocento dopo il restauro di Ersoch.
Per il macello della zona portuense, invece, egli adottò un linguaggio moderno e razionale, ben adatto a rispondere alle esigenze di praticità e semplicità legate all’uso industriale dell’edificio. I due padiglioni di cui è composto l’edificio, uno destinato effettivamente alla macellazione, l’altro al mercato, uniscono una innovativa struttura in ferro e ghisa alla cortina in laterizio e stucchi derivata dalla tradizione, assicurando all’edificio un forte carattere monumentale, oltre alla rispondenza precisa alle necessità funzionali che lo porterà ad essere ammirato come esempio in tutta Europa.
L’architetto è sepolto al Verano al riquadro 70 del Pincetto Nuovo, sul lato esterno del viale circolare.
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