Paolo Mercuri

Paolo Mercuri

Incisore. (Roma, 20 aprile1804 - Bucarest, 30 aprile 1884)

Ingresso monumentale, portico, lato destro

Formatosi a Roma nel clima culturale neoclassico, entrò alla scuola di incisione della Calcografia camerale, istituita nel 1738 presso l’ospizio di S. Michele. Contemporaneamente frequentò la libera scuola di disegno dell’Accademia di S. Luca, dove fu allievo di Tommaso Minardi.
Nei primi anni di attività eseguì pure alcune opere pittoriche per la chiesa di S. Germano in Terra di Lavoro e per la chiesa dell’ospizio di S. Michele.
Terminati gli studi e trasferitosi a Parigi, ricevette le prime commissioni. F. Feuillet, in viaggio a Roma, gli affidò la realizzazione di tre disegni per una nuova edizione delle Fable di J. de La Fontaine.
Nel 1829 C. Bonnard lo incaricò di realizzare le tavole per il volume Costumes historiques des XIIe, XIIIe, XIVe siècles…. Realizzò 200 illustrazioni all’acquaforte, di impostazione neoclassica, ispirate alla pittura rinascimentale, in particolare ai dipinti di Gentile Bellini e di Vittore Carpaccio.
Dal 1830 al 1848 visse e lavorò a Parigi, condividendo lo studio con Calamatta ed eseguendo un numero limitato di incisioni a bulino, soprattutto di piccolo formato; predilesse, infatti, una tecnica raffinata e laboriosa, che prevedeva numerose prove di stato.
Realizzò incisioni di traduzione di dipinti contemporanei. Nel 1831, su commissione degli editori Rittner e Goupil, eseguì l’incisione S. Amelia d’Ungheria da un dipinto di P. Delaroche, della quale sono note 32 prove di stato. L'opera ricevette la medaglia d’oro al Salon di Parigi del 1838 in virtù della particolare perizia tecnica dell'autore. Nel 1841 incise il Ritratto di Torquato Tasso su commissione dell’editore romano F. Salviucci per una nuova edizione della Gerusalemme liberata e nel 1846 incise il Ritratto del marchese di Condorcet per un’edizione dell’opera completa del filosofo, pubblicata dall’editore Didot. Durante gli anni parigini diresse in collaborazione con Calamatta, per incarico del sovrano Luigi Filippo d’Orléans, la collezione dei disegni e delle incisioni della Galleria di Versailles, realizzando anche alcuni disegni di statue antiche.
Nel 1847 Mercuri fu nominato dal pontefice Pio IX, per intercessione di Minardi, direttore della Calcografia camerale e maestro di incisione presso la scuola dell’ospizio di S. Michele. Fu direttore della Calcografia dal 1848 al 1872, e codirettore fino al 1875, quando acquisì il titolo di presidente, con mansioni esclusivamente onorarie. Nel 1850 sposò Anna Maria Cenci.
Egli incrementò il patrimonio di rami della Calcografia, soprattutto attraverso la promozione dell’attività interna, indirizzata verso quegli autori e quei soggetti cari alla poetica purista: i quattrocentisti umbri, il primo Raffaello e il Raffaello delle Stanze Vaticane. Il più noto progetto formulato e realizzato da Mercuri riguarda, infatti, l’esecuzione di nuovi rami dedicati agli affreschi delle celebri stanze, in sostituzione di quelli di R. Morghen e G. Volpato, consunti dalle numerose tirature: le lastre calcografiche, realizzate secondo le sue indicazioni in un formato maggiore, rispondono a un attento studio filologico. La sua partecipazione alla campagna fu in parte impedita dall’apoplessia che lo colpì nel 1859. Numerose altre opere monografiche furono realizzate, progettate e condotte a termine durante la direzione di Mercuri. Tra le altre, il Messale romano, i cui disegni furono tratti da opere di Raffaello o della sua scuola. Furono realizzati i disegni e le relative incisioni dagli affreschi minori delle Stanze Vaticane, della cappella Sistina, dalle Pitture della Galleria Vaticana, pubblicate in fascicoli a uso degli stranieri e infine l’edizione, nel 1861, del volume I cinque ordini di architettura civile di Iacopo Barozzi da Vignola. Mercuri fu particolarmente sensibile anche ai problemi del restauro. Risalgono infatti alla sua direzione i primi esperimenti di acciaiatura, intervento finalizzato a restituire spessore alle lastre ormai logore, nonché le norme di conservazione delle lastre stesse. Intervenne inoltre sulla questione dei rami consunti o poveri di segno, ordinando la reincisione lungo i solchi originali dei rami ritenuti inutilizzabili.
Tra i suoi ultimi lavori si ricorda una Sacra Famiglia realizzata a Bucarest, dove si trasferì nel 1881 con la figlia Enrica e dove morì il 30 aprile 1884, ricevendo poi sepoltura nel cimitero monumentale del Verano a Roma.

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