Rupe Caracciolo, arcata 23
Nacque a Roma l’undici maggio 1845. La famiglia Roesler Franz, di origine tedesca del Settecento ma romana da diverse generazioni, aveva fondato nella capitale il celebre Hotel d'Allemagne, ubicato nella zona tra via Condotti e Piazza di Spagna. Ettore Roesler veniva annoverato nel 1863 quale pittore all’Accademia di San Luca, frequentante corsi di architettura. Nel 1875 fondava la “Società degli Acquerellisti di Roma”, trampolino di lancio per il giovane pittore che dal 1876 al 1896 immortalò i centoventi acquerelli della celebre serie Roma pittoresca. Memorie di un’era che passa, destinati a diventare il documento esclusivo del volto di una città che andava scomparendo.
Alla vigilia del nuovo piano regolatore del 1883 gran parte di Roma aveva assunto l’aspetto di un grande cantiere, circondata dalla grande cinta delle mura aureliane ed estesa su un’area che non superava i venti chilometri quadrati. La città sistina, alle soglie del 1870, si trovava in un’atmosfera quasi irreale, in cui entro un piccolo agglomerato urbano, in un clima di immobile conservatorismo, coesistevano in reciproca tolleranza, clero, aristocrazia e plebe. Sul Viminale e sull’Esquilino aveva preso l’avvio il primo risveglio urbanistico. Nascevano i nuovi assi di scorrimento, Corso Vittorio Emanuele, Via del Tritone e Corso Umberto. Il Tevere veniva arginato, il porto di Ripetta demolito, il Ghetto rinnovato. Gli acquerelli nascevano con l’intenzione di documentare proprio quegli aspetti caratteristici che sparivano: il vivere quotidiano del popolo in uno spaccato di vita reale, nei suoi costumi abituali, in quel fragile e vetusto sfondo destinato a sprofondare. L’impegno documentario era dovuto soprattutto all’aiuto prezioso della macchina fotografica che aveva costituito per l’artista il più fedele taccuino per gli appunti visivi.
La prima serie di Roma Sparita, costituita dal primo nucleo di quaranta acquerelli veniva presentata alla Prima Esposizione Internazionale di Roma, tenutasi nell’inaugurando Palazzo delle Esposizioni, nel 1883 nella sezione dedicata alla Società degli Acquarellisti da lui fondata. Cominciava il lungo iter burocratico per l’acquisto da parte della Giunta Capitolina che stanziava cinquantamila lire del proprio bilancio per la prima serie. Il sindaco Leopoldo Torlonia si interessava personalmente all’acquisto, affascinato dai pittoreschi acquerelli.
Nel 1903 il Consiglio Comunale proponeva l’acquisto della seconda e terza serie della Roma Sparita (Archivio Storico Capitolino, proposta n. 33 del Consiglio Comunale di Roma, 6 marzo 1903) cioè della restante seconda e terza serie di ottanta acquerelli che avrebbero completato la collezione; problematiche burocratiche ne impedivano l’acquisto che avveniva invece soltanto a un anno dalla morte del pittore, nel 1908 (Archivio Storico Capitolino, proposta n. 90 del Consiglio Comunale di Roma, 27 aprile 1908). Emblematica la testimonianza del pittore in uno scritto inglese del 29 marzo 1894: «la collezione dovrebbe essere posta in una sala speciale con una grande carta topografica della vecchia Roma in cui io darei indicazioni dei luoghi dove sono stati ripresi i quadri e questo faciliterebbe gli studiosi delle future generazioni nel capire quale era l’aspetto di Roma prima dei presenti mutamenti». La celebre serie, oggi scissa, è custodita nel Museo di Roma in Palazzo Braschi e, la restante parte, nel Museo di Roma in Trastevere, dal 1980.
Nel 1890 il pittore veniva nominato Cavaliere della Corona d’Italia da Re Umberto I di Savoia e successivamente Commendatore.