Cappella Riccini Margarucci
Aristide Leonori, ingegnere (Roma 28 luglio 1856 – 30 luglio 1928)
Piazzale Circolare, riquadro 2
La cappella monumentale a pianta ottagonale e voltata a cupola emisferica presenta in modo esemplare la commistione di stili nell’ambito di una singola opera, caratteristica dell’eclettismo. Si osservano elementi desunti dall’arte bizantina, come i mosaici esterni e la pianta ottagonale, e dall’architettura romanica, come il protiro di ingresso con colonnine tortili ora conservate all’interno, oltre a decorazioni di gusto modernista e floreale. Non emerge con chiarezza un richiamo a uno o più stili del passato, studiati e integrati appunto, ma piuttosto una sommatoria di elementi eterogenei che sebbene affiancati non sempre riescono a dialogare.
Aristide Leonori frequentò i corsi di architettura all'Accademia di S. Luca, dove ebbe come maestro Virginio Vespignani, per poi laurearsi alla Scuola d’applicazione per ingegneri nel 1880.
Le prime esperienze si svolsero presso Vespignani, che lo coinvolse nei lavori all’abside S. Giovanni in Laterano, realizzando poi i primi lavori autonomi, come la cappella del S. Cuore in S. Andrea della Valle (1888-90). La sua carriera professionale, dalla fine del secolo XIX sino all'apice negli anni prebellici, fu caratterizzata da quella maniera tardoeclettica che in ambiente romano perdurò nei primi due decenni del Novecento; adottò senza indugio stili e caratteri richiesti dalla committenza, facendo incursioni stilistiche dal paleocristiano al gotico, sino al purismo tardoquattrocentesco, preferendo negli apparati decorativi i modelli bizantini e cosmateschi.
Fase decisiva e centrale della sua carriera può essere identificata con la vasta e multiforme attività nel campo dell'architettura religiosa, sviluppata in buona parte all'estero, in primo luogo negli Stati Uniti d'America. Risale al 1898 il complesso del Mount Saint Sepulchre per i francescani di Washington, dove spicca la chiesa, di impianto bizantino con frequenti richiami neorinascimentali nei prospetti. Fu attivo anche a Buenos Aires, Lima, Sydney, in Honduras, India e Nuova Zelanda, con edifici e progetti sempre commissionati da congregazioni religiose. La copiosa produzione all'estero rappresentò un trampolino di lancio per una serie di importanti opere in Italia, quasi sempre nel campo dell'architettura sacra. Tra queste spiccano a Roma la chiesa di S. Patrizio in via Boncompagni, realizzata per gli agostiniani irlandesi (1908-11), con stilemi neoromanici; la chiesa di S. Giuseppe in via B. Telesio (1909-12), voluta da don Luigi Guanella, più vicina a schemi rinascimentali puristi e al magistero di Vespignani; la chiesa di S. Croce in via G. Reni (1912-13), costruita per espressa volontà di papa Pio X in stile "romano basilicale"; la chiesa del S. Cuore in via Piave (1912-16), risolta con forme ispirate al gotico d'Oltralpe.
Divenuto nel 1886 terziario francescano, iniziò la sua opera di benefattore, per la quale cinque anni dopo la morte venne avviata la causa di beatificazione, attualmente in corso.
Aristide Leonori, ingegnere (Roma 28 luglio 1856 – 30 luglio 1928)
Piazzale Circolare, riquadro 2
La cappella monumentale a pianta ottagonale e voltata a cupola emisferica presenta in modo esemplare la commistione di stili nell’ambito di una singola opera, caratteristica dell’eclettismo. Si osservano elementi desunti dall’arte bizantina, come i mosaici esterni e la pianta ottagonale, e dall’architettura romanica, come il protiro di ingresso con colonnine tortili ora conservate all’interno, oltre a decorazioni di gusto modernista e floreale. Non emerge con chiarezza un richiamo a uno o più stili del passato, studiati e integrati appunto, ma piuttosto una sommatoria di elementi eterogenei che sebbene affiancati non sempre riescono a dialogare.
Aristide Leonori frequentò i corsi di architettura all'Accademia di S. Luca, dove ebbe come maestro Virginio Vespignani, per poi laurearsi alla Scuola d’applicazione per ingegneri nel 1880.
Le prime esperienze si svolsero presso Vespignani, che lo coinvolse nei lavori all’abside S. Giovanni in Laterano, realizzando poi i primi lavori autonomi, come la cappella del S. Cuore in S. Andrea della Valle (1888-90). La sua carriera professionale, dalla fine del secolo XIX sino all'apice negli anni prebellici, fu caratterizzata da quella maniera tardoeclettica che in ambiente romano perdurò nei primi due decenni del Novecento; adottò senza indugio stili e caratteri richiesti dalla committenza, facendo incursioni stilistiche dal paleocristiano al gotico, sino al purismo tardoquattrocentesco, preferendo negli apparati decorativi i modelli bizantini e cosmateschi.
Fase decisiva e centrale della sua carriera può essere identificata con la vasta e multiforme attività nel campo dell'architettura religiosa, sviluppata in buona parte all'estero, in primo luogo negli Stati Uniti d'America. Risale al 1898 il complesso del Mount Saint Sepulchre per i francescani di Washington, dove spicca la chiesa, di impianto bizantino con frequenti richiami neorinascimentali nei prospetti. Fu attivo anche a Buenos Aires, Lima, Sydney, in Honduras, India e Nuova Zelanda, con edifici e progetti sempre commissionati da congregazioni religiose. La copiosa produzione all'estero rappresentò un trampolino di lancio per una serie di importanti opere in Italia, quasi sempre nel campo dell'architettura sacra. Tra queste spiccano a Roma la chiesa di S. Patrizio in via Boncompagni, realizzata per gli agostiniani irlandesi (1908-11), con stilemi neoromanici; la chiesa di S. Giuseppe in via B. Telesio (1909-12), voluta da don Luigi Guanella, più vicina a schemi rinascimentali puristi e al magistero di Vespignani; la chiesa di S. Croce in via G. Reni (1912-13), costruita per espressa volontà di papa Pio X in stile "romano basilicale"; la chiesa del S. Cuore in via Piave (1912-16), risolta con forme ispirate al gotico d'Oltralpe.
Divenuto nel 1886 terziario francescano, iniziò la sua opera di benefattore, per la quale cinque anni dopo la morte venne avviata la causa di beatificazione, attualmente in corso.
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