Pincetto Nuovo, riquadro 28
L'Angelo della Morte (Giulio Monteverde, 1891)
La tomba che ospita le spoglie dello scultore Giulio Monteverde è caratterizzata da una struttura a tempietto aperto su tre lati, con due colonne doriche in travertino sul prospetto principale. Al di sopra dei timpani triangolari è una copertura a cupola impostata su un tamburo poligonale. Alla parete di fondo, la scultura “Angelo del dolore” datata 1891, che è una replica della statua che il maestro realizzò per il sepolcro a Francesco Oneto (1882, Genova, Cimitero di Staglieno). Si tratta di una figura androgina femminilizzata, un tema che l’artista elaborò più volte in un lessico simbolista con la descrizione sensualistica delle forme attraverso la veste aderente.
Monteverde frequentò l’Accademia Ligustica di Genova, e nel 1865 giunse a Roma, divenendo un rappresentante esemplare della scultura realistica e borghese del tempo. I primi successi, intorno al 1870, riguardano opere prevalentemente legate a soggetti in cui l’istanza realista si intreccia ai moderni miti del progresso e della scienza, come nel caso di “Colombo giovinetto” (1870, una copia in marmo si trova a Genova, castello d’Albertis) o del “Genio di Franklin” (1871, una copia marmorea è a Nervi, Galleria d’Arte Moderna). Agli stessi ideali si ispira “Jenner inocula il vaccino del vaiolo al figlio”, considerato il capolavoro di Monteverde (medaglia d’oro all’Esposizione Universale di Vienna del 1873; il bronzo è esposto alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma).
Innumerevoli furono le commissioni, i premi, i riconoscimenti e le cariche da lui ricoperte. Il suo studio, dal 1884 a piazza Indipendenza (n. 6, villino Monteverde; sul comignolo l’artista pose una copia del Genio di Franklin, tuttora visibile) era meta continua di illustri visitatori. Come molti scultori dell’Italia post-unitaria anche Monteverde si misurò con opere pubbliche per le piazze italiane e straniere, dal monumento a Mazzini a Buenos Aires (1874) fino al colossale gruppo del “Pensiero”, in bronzo dorato, collocato nel 1911 sull’Altare della Patria a Roma, a sinistra dello scalone.
Altrettanto brillante fu la carriera politica che iniziò al Consiglio Comunale di Roma nel 1880, fino alla nomina a Senatore del Regno nel 1889 per meriti artistici, cui seguì nel 1902 la dedica all’interno del senato di una tribuna in suo onore, denominata “Tribuna Monteverde”. La capacità di adeguarsi ai tempi e in forma moderata alle novità linguistiche è ben leggibile nella produzione cimiteriale, in cui il tema della memoria si veste di ampie sfumature interpretative. Il trascorrere dal classicismo all’esibizione realistica dei valori terreni, a un sensualismo legato al fascino ambiguo del mistero si manifesta nelle numerose opere realizzate sia nel cimitero di Staglieno a Genova che al Verano.
Monteverde realizzò per il cimitero romano anche l’angelo in bronzo del sepolcro Levi-Colucci, opera del 1908 (Pincetto Nuovo, riquadro 112), oltre alla tomba Zonca e al monumento a Giacomo Medici del Vascello nel Quadriportico La tomba che ospita le spoglie dello scultore Giulio Monteverde è caratterizzata da una struttura a tempietto aperto su tre lati, con due colonne doriche in travertino sul prospetto principale. Al di sopra dei timpani triangolari è una copertura a cupola impostata su un tamburo poligonale. Alla parete di fondo, la scultura “Angelo del dolore” datata 1891, che è una replica della statua che il maestro realizzò per il sepolcro a Francesco Oneto (1882, Genova, Cimitero di Staglieno). Si tratta di una figura androgina femminilizzata, un tema che l’artista elaborò più volte in un lessico simbolista con la descrizione sensualistica delle forme attraverso la veste aderente.
Monteverde frequentò l’Accademia Ligustica di Genova, e nel 1865 giunse a Roma, divenendo un rappresentante esemplare della scultura realistica e borghese del tempo. I primi successi, intorno al 1870, riguardano opere prevalentemente legate a soggetti in cui l’istanza realista si intreccia ai moderni miti del progresso e della scienza, come nel caso di “Colombo giovinetto” (1870, una copia in marmo si trova a Genova, castello d’Albertis) o del “Genio di Franklin” (1871, una copia marmorea è a Nervi, Galleria d’Arte Moderna). Agli stessi ideali si ispira “Jenner inocula il vaccino del vaiolo al figlio”, considerato il capolavoro di Monteverde (medaglia d’oro all’Esposizione Universale di Vienna del 1873; il bronzo è esposto alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma).
Innumerevoli furono le commissioni, i premi, i riconoscimenti e le cariche da lui ricoperte. Il suo studio, dal 1884 a piazza Indipendenza (n. 6, villino Monteverde; sul comignolo l’artista pose una copia del Genio di Franklin, tuttora visibile) era meta continua di illustri visitatori. Come molti scultori dell’Italia post-unitaria anche Monteverde si misurò con opere pubbliche per le piazze italiane e straniere, dal monumento a Mazzini a Buenos Aires (1874) fino al colossale gruppo del “Pensiero”, in bronzo dorato, collocato nel 1911 sull’Altare della Patria a Roma, a sinistra dello scalone.
Altrettanto brillante fu la carriera politica che iniziò al Consiglio Comunale di Roma nel 1880, fino alla nomina a Senatore del Regno nel 1889 per meriti artistici, cui seguì nel 1902 la dedica all’interno del senato di una tribuna in suo onore, denominata “Tribuna Monteverde”. La capacità di adeguarsi ai tempi e in forma moderata alle novità linguistiche è ben leggibile nella produzione cimiteriale, in cui il tema della memoria si veste di ampie sfumature interpretative. Il trascorrere dal classicismo all’esibizione realistica dei valori terreni, a un sensualismo legato al fascino ambiguo del mistero si manifesta nelle numerose opere realizzate sia nel cimitero di Staglieno a Genova che al Verano.
Monteverde realizzò per il cimitero romano anche l’angelo in bronzo del sepolcro Levi-Colucci, opera del 1908 (Pincetto Nuovo, riquadro 112), oltre alla tomba Zonca e al monumento a Giacomo Medici del Vascello nel Quadriportico.