Cappella Cecchetti
Cesare Pizzicaria, architetto (Roma 1865-1939)
Altopiano Pincetto, riquadro 44
La Cappella Cecchetti (1907-10) di Cesare Pizzicaria, dallo stile composito, improntato sul linguaggio secessionista e volto alla sintesi degli elementi decorativi e strutturali. Due grandi pilastri in travertino, culminanti in due teste, incorniciano una grande croce in alabastro, che si staglia sulla decorazione musiva di due angeli adoranti. Il mosaico, su cartone di Eugenio Cisterna, si muove sul limite della tradizione pittorica sacra senza accordarsi realmente con il tono liberty dell’insieme, cui invece si integrano i motivi geometrici del bel portale in ferro battuto (Fonderia Monti, Genzano) e vetro (Giuliani, Roma).
L’attività dell’architetto romano è quasi del tutto sconosciuta, sebbene abbia eseguito diverse opere al Verano (Cappella Tartaglia Ruggia, Bassopiano riquadro 131; Cappella Villani, Piazzale Circolare). Pur partendo dalle correnti eclettiche, egli si inserì nel filone del liberty romano che ebbe il suo punto di riferimento nel gruppo di artisti della rivista “La Casa”.
È autore anche della cappella di famiglia (Pincetto vecchio, riquadro 13), anch’essa improntata al linguaggio liberty della Secessione viennese.
Cesare Pizzicaria, architetto (Roma 1865-1939)
Altopiano Pincetto, riquadro 44
La Cappella Cecchetti (1907-10) di Cesare Pizzicaria, dallo stile composito, improntato sul linguaggio secessionista e volto alla sintesi degli elementi decorativi e strutturali. Due grandi pilastri in travertino, culminanti in due teste, incorniciano una grande croce in alabastro, che si staglia sulla decorazione musiva di due angeli adoranti. Il mosaico, su cartone di Eugenio Cisterna, si muove sul limite della tradizione pittorica sacra senza accordarsi realmente con il tono liberty dell’insieme, cui invece si integrano i motivi geometrici del bel portale in ferro battuto (Fonderia Monti, Genzano) e vetro (Giuliani, Roma).
L’attività dell’architetto romano è quasi del tutto sconosciuta, sebbene abbia eseguito diverse opere al Verano (Cappella Tartaglia Ruggia, Bassopiano riquadro 131; Cappella Villani, Piazzale Circolare). Pur partendo dalle correnti eclettiche, egli si inserì nel filone del liberty romano che ebbe il suo punto di riferimento nel gruppo di artisti della rivista “La Casa”.
È autore anche della cappella di famiglia (Pincetto vecchio, riquadro 13), anch’essa improntata al linguaggio liberty della Secessione viennese.
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