Cappella Bazzani

Cappella Bazzani

Cesare Bazzani, architetto (Roma, 5 marzo 1873 – 30 marzo 1939)
Altopiano Pincetto, riquadro 57


La cappella dell’architetto Cesare Bazzani, in stato di evidente abbandono, è costituita da un parallelepipedo di travertino di aspetto molto massiccio. Un basso basamento leggermente sporgente solleva l’edificio da terra, mentre una fascia svuotata a incasso in prossimità della parte terminale mette in evidenza la lastra sommitale, accentuando l’effetto di sbalzo della copertura. La fascia in sottosquadro ospita i caratteri cubitali dell’intestazione della cappella, marcatamente connotati dallo stile fascista, come la scritta più piccola che si trova sulla porta. Le facciate sono movimentate solo da quattro ampie specchiature in lieve sottosquadro coronate da archi, parzialmente traforate da fessure verticali.
Le forme estremamente semplificate dell’edificio e la totale assenza di elementi decorativi a misura d’uomo non rappresentano appieno la personalità artistica dell’architetto, che pure è l’autore di quest’opera.
Cesare Bazzani, infatti, prese parte alla creazione del nuovo stile per Roma Capitale attraverso la partecipazione ai progetti per l’esposizione internazionale che celebrò, a Roma, i cinquant’anni dell’unità d’Italia. Per questa circostanza Cesare Bazzani progettò la sistemazione urbanistica di Viale delle Belle Arti e costruì, fra il 1908 e il 1911, il Palazzo delle Belle Arti, oggi Galleria Nazionale di Atre Moderna, ampliato dallo stesso architetto nel 1933. L’abbondanza di decorazione che caratterizza questo edificio, composto da un corpo centrale con ampia scalinata di accesso e monumentale portico a colonne binate corinzie, affiancato da due lunghe ali che si chiudono, a loro volta, con facciate monumentali, riunisce motivi classicheggianti, rinascimentali e liberty e appare sulla stessa linea del progetto dell’architetto per la Biblioteca Nazionale di Firenze, del 1911. In occasione della costruzione del Ministero della Pubblica Istruzione a Viale Trastevere, progettato da Bazzani a partire dal 1912 e la cui costruzione fu terminata solo nel 1928, l’architetto si trovò a difendere le sue convinzioni rispetto al diritto, da parte degli architetti, di esprimersi attraverso una architettura ricca di una decorazione anche eccessiva, i cui motivi siano liberamente mutuati, in chiave moderna, dall’antichità come dal barocco romano. A questo periodo della sua attività risale anche l’altare neobarocco di san Gregorio Tiene progettato da Bazzani per Sant’Andrea della Valle (1912) e la facciata della Basilica di Santa Maria degli Angeli presso Assisi (1924)
A partire dagli anni Venti del secolo, invece, l’attività dell’architetto si svolse secondo i canoni dell’arte celebrativa imposta dal regime, riducendo le fonti di ispirazione e semplificando le forme, anche quelle dell’apparato decorativo. La Stazione Marittima di Napoli, del 1936, ad esempio, vede l’architetto esercitarsi su una simmetria bilaterale rigorosa dei corpi di fabbrica, disposti come un organismo a ponte, in travertino e pietra lavica. La decorazione è costituita da dodici medaglioni monolitici e quattro metope di bronzo ai lati dei portali principali di ingresso con temi simbolici legati alle città e alla navigazione.
A Bazzani si deve, inoltre, gran parte della sistemazione urbanistica della città di Terni (1901-39) e la progettazione, nella città, di numerosi palazzi pubblici e privati. Nell’archivio di Stato di Terni è anche conservato il fondo di disegni dell’architetto.
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