Viale delle Cappelle
"Cristo in trono tra santi", mosaico (Giuseppe Bravi)
La cappella in laterizi, con chiari riferimenti tardo-antichi di ambito ravennate, è impreziosita all’interno da un mosaico in stile neo-bizantino con Cristo in trono tra santi, opera di Giuseppe Bravi. L’attività dell’artista, come testimonia anche quest’opera, si inserisce nella riproposizione di tecniche e stilemi dell’arte del passato, spesso in funzione di imprese decorative in stile o restauri di ripristino. Bravi lavorò a lungo a Roma tra il 1886 e il 1901, eseguendo dipinti di soggetto sacro sul modello dei “primitivi”, non privi di rigidità compositiva: Santa Chiara mette in fuga i Saraceni mostrando loro l'Ostensorio (1891, cappella di Santa Chiara, chiesa di Sant’Antonio); La Sacra Famiglia e Sant'Ubaldo (1896 ca., chiesa della Sacra Famiglia); cartoni per i mosaici della Basilica di Sant’Antonio da Padova (1887 ca.).
La principale opera dell’artista è costituita dai mosaici “paleocristiani” della cripta di Santa Cecilia (1899-1901), decorazione in stile commissionatagli dall’architetto Giovanni Battista Giovenale, teorico della rimozione delle aggiunte successive dalle strutture storiche degli edifici e della ridefinizione del linguaggio formale “originale” (sua la distruzione della facciata settecentesca di Santa Maria in Cosmedin).
Bravi collaborò pure con il pittore americano Elihu Vedder su committenze statunitensi: i dipinti su tela con la Fortuna e Abbondanza (già casa Huntington a New York,1892 -1893) e il mosaico della Minerva (Biblioteca di Washington, 1896).
L’ultima sua opera conosciuta fu una Santa Margherita d’Ungheria per la sua nativa Recanati (Chiesa dei Cappuccini)