Cappella Riccini Margarucci (Aristide Leonori)
La Cappella Riccini Margarucci uno degli edifici più appariscenti e rappresentativi di tutto il Piazzale Circolare. Essa appare significativa anche nel contesto delle opere dell’architetto e ingegnere Aristide Leonori (Roma 1856 – 1928), chiamato anche “ingegnere santo” per il suo incessante impegno nella progettazione di edifici religiosi, soprattutto per i nuovi quartieri che si andavano sviluppando nella Capitale. Esponente di quella corrente laica cattolica che nella prima parte del Novecento si impegnò profondamente a Roma in sostegno della Chiesa nella contrapposizione con lo Stato, si occupò inizialmente di restauri, come quello dell’abside della Basilica di San Giovanni in Laterano. A questo fece seguito l’impegno a favore della formazione dei giovani in difficoltà, attraverso la fondazione di Istituti come l’Ospizio di San Filippo Neri (1885), e per l’assistenza ai bisognosi, come nel caso della progettazione del Polo Ospedaliero dell’Addolorata, nato come ospizio per gli anziani ai primi del ‘900. Dedicandosi quasi esclusivamente alla progettazione di chiese, l’architetto mise in pratica una variazione continua delle fonti di ispirazione: dalla pianta basilicale con facciata rinascimentale della chiesa di San Patrizio a Via Boncompagni (1908) e del Tempio di San Giuseppe al Trionfale (1909-12) passò a una ispirazione paleocristiana nell’ideazione della Chiesa di Santa Croce a Via Guido Reni, dove antepose all’edificio un portico a colonne doriche e una facciata decorata a mosaico. Nel caso del Convento e della Chiesa del Sacro Cuore a Via Piave (1914-16) fece predominare gli elementi goticizzanti, che lo guidarono anche nella progettazione del Santuario di Santa Maria Goretti di Nettuno, dove comunque inserì anche particolari stilistici classicheggianti ispirati al rinascimento. Sempre nell’ambito degli edifici religiosi, Aristide Leonori fu attivo anche fuori dalla Capitale, per esempio a Pompei, dove realizzò, fra il 1912 e il 1925, l’altissimo campanile alla cui sommità collocò una croce di bronzo di 7 metri , a Ussita (Ascoli Piceno), dove rifece la facciata della Pieve di Santa Maria Assunta, a Supino (Frosinone), dove costruì in forme molto semplici la chiesa di San Sebastiano e San Rocco. Fuori dall’Italia fu artefice della chiesa di san Giuseppe al Cairo, e negli Stati Uniti si occupò di una riproduzione del Santo Sepolcro a Washington, mentre l’edificazione di un tempio neogotico a Buffalo (New York), nel 1912 incontrò problemi tecnici che portarono all’abbandono del progetto.