Cappella Piacentini
L’architetto Pio Piacentini (Roma 1846 - 1928) fu rappresentante dell'eclettismo, ebbe grande successo nei primi cinquant'anni di Roma capitale; costruì numerosi edifici pubblici e privati in forme ispirate al classicismo, quali il palazzo delle Esposizioni in via Nazionale progettato nel 1878 e costruito dal 1880 al 1882, il palazzo Sforza-Cesarini, nel 1886, il palazzo del ministero di Grazia e Giustizia (1920). Partecipò al completamento del Vittoriano (in collaborazione con G. Koch e M. Manfredi, 1905).
Marcello Piacentini (Roma 1881 – 1960) è uno degli architetti che maggiormente influì sulle vicende edilizie e urbanistiche di Roma nei primi decenni del Novecento.
Figlio di Pio, fu professore di urbanistica (dal 1929) nell’Unversità di Roma e accademico d'Italia dal 1929 al 1944). Dopo una giovanile adesione ai modi della secessione viennese (cinema Corso, ora Étoile, a Roma, 1915), si rivolse a una monumentalità retorica, tra architettura moderna e classicismo. Ebbe così, particolarmente nel periodo 1923-43, numerosi incarichi nel campo urbanistico (sistemazione dei centri di Bergamo e di Brescia e, a Roma, dei Borghi e dell'attuale via Bissolati); preoccupato soprattutto degli aspetti rappresentativi e della scenografia urbana, in varie città sostituì antichi quartieri con vistosi complessi di edifici. Vastissima anche la sua opera in campo edilizio in varie città e particolarmente a Roma: cinematografi (oltre al Corso, già ricordato, il Sistina, 1955-60), teatri (adattamento del teatro dell'Opera, del Quirino), pubblici edifici, chiese, università (sistemazione generale della Città Universitaria, 1932-35), esposizioni (EUR, 1937-43), palazzo Pio XII, palazzo del ministero delle Corporazioni, ora dell'Industria e Commercio, 1928-31, in collaborazione con G. Vaccaro.