Suso Cecchi D'Amico

Suso Cecchi D'Amico

Sceneggiatrice (Roma, 21 luglio 1914 – Roma, 31 luglio 2010)

Quadriportico, braccio destro, arcata XXX

Giovanna Cecchi (sposata con il musicologo Fedele d'Amico) è stata tra i maggiori sceneggiatori della storia del cinema italiano, di rilievo internazionale, Ha ricevuto numerosi premi, dal Leone d'oro alla carriera conferitole alla Mostra del cinema di Venezia nel 1994 ai molti Nastri d'argento e David di Donatello.
Figlia del critico letterario Emilio Cecchi e della pittrice Leonetta Pieraccini, dopo gli studi classici e i perfezionamenti linguistici, negli anni Trenta ebbe occasione di leggere sceneggiature attraverso il padre, che dal 1932 al 1933 fu direttore artistico alla Cines. A partire dal 1945 iniziò a collaborare con traduzioni ad alcune regie teatrali di Luchino Visconti, e nello stesso anno fu chiamata da Renato Castellani a collaborare alla sceneggiatura di Mio figlio professore (1946), tenero e intenso ritratto di un padre (Aldo Fabrizi) tutto proteso all'affermazione del figlio. Nel 1947 scrive il suo primo soggetto, realizzato da Luigi Zampa nello stesso anno (Vivere in pace). Con il regista la sceneggiatrice collaborò a più riprese, con L'onorevole Angelina (1947) e Processo alla città (1952). Fra le opere degli anni quaranta, spesso realizzate in équipe, ricordiamo Ladri di biciclette (1948) di Vittorio De Sica, per il quale ideò la drammatica scena finale del furto della bicicletta. All'inizio degli anni cinquanta ‒ dopo la collaborazione a Miracolo a Milano (1951) di De Sica, iniziò una trentennale collaborazione con Luchino Visconti, a partire da Bellissima (1951), scritto su misura per Anna Magnani. Con l'eccezione di La caduta degli dei (1969) e di Morte a Venezia (1971), tutti i film di Visconti furono da lei scritti, sempre con il coinvolgimento di altri sceneggiatori, ma rivestendone la responsabilità principale.
Gli anni cinquanta sono caratterizzati da un'intensa attività, e Suso, dotata della capacità di analizzare in profondità la realtà italiana del dopoguerra, diviene anche la sceneggiatrice abituale di registi quali Antonioni, per i film I vinti (1952), La signora senza camelie (1953), Le amiche (1955) e, Rosi per La sfida (1958), I Magliari (1959), Salvatore Giuliano (1962).
Scrive sceneggiature anche per Comencini e Monicelli. Di questi anni sono anche da ricordare le numerose sceneggiature per la televisione (in genere adattamenti da romanzi) tra cui Le avventure di Pinocchio (1972) di Luigi Comencini e le tre superproduzioni di Zeffirelli La bisbetica domata (1966), Fratello Sole, Sorella Luna (1972) e Gesù di Nazareth (1977). Gli anni ottanta e novanta vedono rinsaldarsi ancora di più il legame con Monicelli. Scrive per lui Speriamo che sia femmina (1986), I Picari (1987), Il male oscuro (1992).
Nel 1988 lavora con Nikita Michalkov per cui scrive la sceneggiatura di Oci Ciornie candidato all'Oscar come miglior film straniero, continuando ad essere attiva nella professione fin oltre i novant'anni.

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