Montatore cinematografico, attore (Roma, 7 novembre 1929 - Torvajanica, 9 settembre 1996)
Zona Ampliamento, Gruppo 1º Monumentale, tomba a terra n.71
Fratello minore del famoso attore Marcello, diventa uno dei migliori montatori italiani e internazionali in virtù di una certosina attenzione ai diversi stili dei registi con i quali lavora.Per comprendere quale importanza abbia la fase della post-produzione riferita al montaggio basti citare le parole di Orson Welles: “ I film non si realizzano solo sul set: gran parte del lavoro avviene proprio alla moviola...qui i film vengono salvati, sottratti talvolta al disastro oppure massacrati”. Il montaggio nel linguaggio cinematografico può essere in linea generale paragonato alla concatenazione sintattica nel linguaggio narrativo, infatti da esso dipende il senso e il ritmo del film. I maggiori teorici del cinema (Balàzs, Bazin, Kracauer, Metz, Pudovkin, Eisenstein) hanno dedicato lunghi capitoli alla questione del montaggio.
Il suo primo lavoro è con Citto Maselli ne I delfini ('60). Collabora successivamente con Nanni Loy Le quattro giornate di Napoli ('62). Raggiunge l'acme nel suo lavoro con Fellini in Giulietta degli spiriti ('65) e attraversa quasi tutta la produzione del regista riminese passando dal capolavoro Amarcord ('74) sino Alla nave va ('83). Il suo apporto alla moviola nella trilogia brechtiana di Petri: Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto ('70), La classe operaia va in paradiso ('71) e La proprietà non è più un furto ('73), contribuisce in modo determinante alla riuscita estetica di queste opere. Dimostra la sua versatilità collaborando con Monicelli da L'armata Brancaleone ('66), a Amici miei ('75). Nel lavoro di montaggio degli oltre centotrenta lungometraggi nei quali ha lavorato troviamo La caduta degli dèi ('69) e Morte a Venezia ('71) di Visconti, La tregua ('96) di Francesco Rosi, suo ultimo contributo.