Il monumento, datato 1888, fu realizzato in memoria di Tomaso Pellegrini, ricco commerciante di gioielli che fece fortuna in America. Morì a settant’anni, lasciando ai poveri ciechi la somma cospicua di 10.000 lire, come si apprende dall’iscrizione. Il concetto qui dominante è quello della gratitudine dei beneficati, che, per ricchezza di personaggi, varietà di pose e cura dei dettagli, anche di costume, resi con caratteri d’iperdefinizione, raggiunge esiti particolarmente scenografici e di notevole suggestione. Un mendicante cieco riceve l’obolo dalla figura sulla destra, che rappresenta la beneficenza, la quale indica, contemporaneamente, la statua del donatore, in alto su un piedistallo. La sua posa sembra tradire la derivazione da un’immagine fotografica: è infatti raffigurato appena appoggiato a un pilastrino, consuetudine diffusa in un’epoca in cui i lunghi tempi di ripresa imponevano un’immobilità prolungata. A destra una bambina manda baci al benefattore e a sinistra è scolpita la vedova del defunto, in atto di scrivere l’epigrafe. Vicino a lei un fanciullo fa omaggio di una corona.
sb