Scultore G. B. Cevasco 1864
Sulla tomba, datata 1864 e destinata a Giovanni Chiarella, padre dei fondatori del Teatro Politeama Genovese, Cevasco pose un angelo che prega davanti a un sepolcro; nel bassorilievo al centro del sarcofago è raffigurato il distacco dalla famiglia del defunto, tratto all’altra vita da un angelo. La drammaticità della scena appare tuttavia contenuta e ricomposta in uno schema in cui prevale la fedeltà a una tradizione consolidata; si tratta infatti di un efficace esempio della sobrietà rappresentativa d’intonazione classicista propria della prima stagione monumentale di Staglieno. Come nella Tomba Gambaro, di poco precedente, pure di Cevasco, manca qui quell’attenzione alla descrizione quasi fotografica dei particolari, poi prevalente nei decenni successivi, con l’affermarsi del Realismo borghese. G.B. Cevasco, con Santo Varni e Carlo Rubatto protagonista della prima generazione degli scultori attivi nel Cimitero, fu artista prolifico, apprezzato da committenti molto prestigiosi (dai Savoia al marchese Ignazio Alessandro Pallavicini, per cui realizzò numerosi lavori, tuttora collocati nello splendido parco romantico della Villa Pallavicini a Pegli); mantenendosi su posizioni moderate, passò da un classicismo iniziale – cui appartiene questo monumento – al realismo dell’ultima fase, come nella Tomba Badaracco, all’inizio di questo percorso.
sb