Tomba Oneto

Tomba Oneto

Scultore G. Monteverde 1882

L’androgino angelo della tomba Oneto, collocato nel 1882, ben rappresenta il “punto di rottura” storico nel passaggio da una visione positivista della morte, che aveva nel realismo il linguaggio più congeniale, a quella permeata di dubbi che sfocerà nel clima decadente-simbolista. In questo processo di rinnovamento, l’angelo perde la connotazione cristiana di guida verso il paradiso, per divenire testimone del mistero del nulla: l’angelo Oneto non offre alcun gesto consolatorio, ma appare immobile, lontano e imperturbabile. Lo scultore Monteverde gli conferisce anche sembianze femminili, facendo così emergere il dualismo Eros – Thànatos che, da tempo, la scultura funeraria filtrava attraverso sublimate raffigurazioni di virtù e di dolenti. L’evidente sensualità della figura che, davvero ardita per l’epoca, suscitò reazioni contrastanti da parte della critica, è anche alla base della sua straordinaria fortuna: fu infatti replicata innumerevoli volte e non solo  dall’artista, in Italia, ma anche nel resto d’Europa e oltreoceano. La commissione di un monumento così ambiguo e misterioso da parte della famiglia di un ricco borghese come quella di Francesco Oneto, commerciante e banchiere, testimonia anche come la crisi delle certezze positiviste stesse ormai investendo proprio la classe che ne era stata la più accesa fautrice.

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