Vecchio Reparto, Famedio, riquadro 5
Ricevette l'educazione di base e i primi insegnamenti musicali dai genitori: imparò il francese dal padre, titolare della cattedra di violoncello al conservatorio Giuseppe Verdi di Torino, e cominciò lo studio del pianoforte con la madre. Il 15 aprile 1894 tenne il suo primo concerto pubblico al Circolo degli artisti di Torino e, nell'aprile 1896, si esibì nuovamente (appena dodicenne) al teatro Carignano, suonando con l'orchestra il Concerto in re min. di Mozart e il Capriccio brillante di Mendelssohn. Nel 1896 si iscrisse al conservatorio di Parigi, dove seguì le lezioni di composizione tenute da Gabriel Fauré che esercitò una influenza determinante sulla sua formazione. A questo periodo risale la frequentazione con Zola, Gide, Proust, Daudet, Degas; conobbe e si interessò a lungo di Richard Strauss e in particolare di Gustav Mahler, del quale patrocinò per primo e con entusiasmo la conoscenza di molte opere ancora sconosciute in Francia.
All'Italia, dove decise di far ritorno, rivolse sempre più la sua attività di concertista e di animatore musicale, non preoccupandosi, apparentemente, dei contrasti e delle accoglienze fredde e spesso tumultuose che doveva riservargli l'assai conservatore e provinciale ambiente musicale e culturale italiano.
Nel febbraio del 1915 si esibì a Roma per la prima volta - come direttore - all'Augusteo (dove diresse anche, alla presenza dell'autore, Petruèka di Stravinskij) e tenne il suo primo concerto - come pianista - alla Accademia di S. Cecilia. Nel luglio di quello stesso anno, dopo la morte di G. Sgambati, gli venne affidata la cattedra di pianoforte al conservatorio di S. Cecilia di Roma.
Rifacendosi all'analoga esperienza francese, nel 1917 fondò (insieme con Respighi, Pizzetti, Malipiero, C. Perinello, V. Gui, V. Tommasini e altri), la Società nazionale di musica (poi denominata Società italiana di musica moderna), che si proponeva "... la difesa e la diffusione delle opere di giovani compositori... la cura del patrimonio artistico del passato... e le relazioni musicali con l'estero".
Il 28 ottobre 1921 fece la sua prima apparizione con la Philadelphia Orchestra nella triplice veste di compositore, direttore e pianista. Organizzò, nel 1924, l'esecuzione in molte città italiane del Pierrot Lunaire di Schoenberg e nello stesso anno diresse personalmente, per la prima volta in Italia, L'Histoire du Soldat di Stravinskij. Nel 1927, intanto, la sua Serenata, op. 46 (per clarinetto, fagotto, tromba, violino e violoncello) aveva vinto il premio di musica da camera indetto dalla Musical Fund Society di Filadelfia.
Nel settembre 1930 organizzò il primo Festival internazionale di musica contemporanea a Venezia, che tante polemiche doveva suscitare e che contribuì largamente a procurargli, in un periodo di patriottismo obbligatorio, l'accusa di esterofilia. Nel 1939 riuscì a fondare quelle famose “Settimane senesi”, grazie alle quali riuscì a dare un apporto decisivo (nei quattro anni che le diresse) alla conoscenza di un illustre e dimenticato patrimonio musicale italiano: da Vivaldi agli Scarlatti; dai musicisti veneziani dei secc. XVI-XVIII (i Gabrieli, Monteverdi, Cavalli, Torelli, Bassani, Steffani, ecc.) a Pergolesi.
Nel suo percorso si fondono l'incessante impegno nel far conoscere le ricerche di avanguardie effettivamente portatrici di idee originali e, nello stesso tempo, gli sforzi per rivitalizzare la tradizione nazionale. Opere come La Giara (1924); Scarlattiana (1926); La Donna serpente (1928-31, prima opera teatrale) furono apprezzate dalla critica, riconoscendovi “il pastiche, l’ironia e il divertimento stilistico [impiegati per] riattivare una coscienza strumentale italiana” (Fedele D’Amico) nel contesto musicale europeo contemporaneo.